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lunedì 26 luglio 2010

I BAMBINI DEL SUD PIANGONO DI PIU'

di Lino Patruno
Certo, è un po’ complicato fare i meridionali. Per esempio ora che il ministro Tremonti ha definito «cialtroni» i presidenti delle Regioni del Sud perché perderebbero i fondi europei. Chi ha osato protestare è stato svillaneggiato come il solito Meridionale Sdegnato e Piagnone pronto a lamentarsi e a mendicare. E condannato dai consueti Dottor Sa Tutto del Sud, quelli che non muovono un dito per cambiare qualcosa ma sono sempre pronti a puntarlo sugli altri. E dai quali non è mai venuta una proposta, dicasi una, in alternativa al cosiddetto Sdegno o Piagnonismo. Attesa legittima visto che generalmente sono intellettuali. Chissà se meno patetici di quelli cui affibbiano questa etichetta. I quali rispondono definendoli ascari o manutengoli, cioè collaborazionisti del nemico, insomma l’infinita pessima commedia del Sud. Che buona parte dei governatori del Sud non abbiano mai brillato, lo si sa. Che buona parte dei mali del Sud dipendano dallo stesso Sud, è ugualmente noto. Ma tutto questo in un Paese che, se si segnalasse per qualità opposte, sarebbe una Svizzera perlomeno di puntualità. Un Paese invece con una politica nazionale talmente sporca che è penoso andare a guardare la pagliuzza nell’occhio del Sud. E però è questo Sud malaugurato ad arrancare, è il Sud ad occupare gli ultimi posti di tutte le classifiche, da quella del reddito a quella della marmellata consumata a colazione. È il Sud con le sue cifre a essere Terzo Mondo in un Paese che senza il Sud sarebbe una Germania. Quindi Sud palla al piede, Sud parassita e Sud che si mette le dita nel naso in pubblico.
Ci ha scritto un lettore proponendo una Giornata della Consapevolezza del Sud, da celebrare ogni anno il 5 maggio, anniversario della partenza di Garibaldi e dei Mille per venire a liberare il Sud. Inutile imbarcarsi nell'altra Commedia dell’arte dell’Unità sì Unità no. E ha ragione il presidente Vendola, benché non gli somigli affatto, a dire che se la Lega Nord continua a minacciare la secessione, sarà il Sud a farla per primo: anche se, ovviamente, quella del Nord sarebbe cosa buona e giusta, quella del Sud, tanto per non smentirsi, una cialtronata. Ma ha aggiunto che il Sud è stufo. E non bisogna scherzare col Sud che dorme.
Quanto alle Regioni virtuose, sono virtuose come certe signorine che lo fanno per necessità e non per piacer loro. Vengano, i virtuosi, a far quadrare i conti di famiglia dove devi fare lo slalom quotidiano fra mille difficoltà, mille deficienze, mille inadempienze. E dove ogni dito mosso ti costa il triplo della fatica perché altrimenti il Sud non sarebbe Sud. E non perché si disdegni la fatica, ma perché non c’è paragone nella fatica di vivere. E allora, quando parliamo di Sud, premettendo che dovrebbe mille volte battersi il petto se no gli intellettuali si disturbano, facciamo l’esempio di una famiglia e di un imprenditore.
Un figlio che nasce al Sud piange più di uno del Nord non perché non ha avuto la poppata ma perché ha già capito tutto. Avrà meno asili pubblici, meno scuole attrezzate, meno biblioteche, meno impianti sportivi, meno soldi per viaggiare, meno possibilità di lavoro, meno opportunità di farsi valere. E questo anche se non è meno intelligente di altri, anzi spesso lo è di più visto che il bisogno acuisce l’ingegno. E dopo che la sua famiglia e la sua terra si saranno dissanguati per farlo studiare, superando ostacoli che altri non hanno, dovrà andare via regalando ad altri il suo talento. I costi al Sud, i vantaggi no.
Ma così anche un imprenditore, o chiunque non voglia fare il solito dipendente pubblico col famoso e vituperato posto fisso. Sapendo che un aereo diretto che non c’è, un treno senza alta velocità, una banca con difficoltà ad aiutarlo, una pubblica amministrazione che rallenta invece di facilitare, un mercato meno ricco saranno per lui il pegno da pagare se vorrà lavorare al Sud e non altrove. Sapendo cioè che un euro investito al Sud è condannato in partenza a fruttare meno che al Nord. Una insufficienza del cosiddetto «capitale sociale», appunto i mezzi e le condizioni per cui un’azienda di Minervino Murge possa avere le stesse possibilità di una di Gallarate.
Qui però, i Dottor Sa Tutto del Sud ci consentano, l’inadempiente è lo Stato, non i cialtroni del Sud. Quello che, in 150 anni di storia, avendo deciso di puntare sul Nord perché al Sud erano semiselvaggi, ha creato le condizioni suddette. Non facendo al Sud neanche quanto si era impegnato a fare. E senza la furbata di aspettare i fondi europei, perché al massimo avrebbero dovuto aggiungersi a quelli nazionali e non sostituirli altrimenti non ce li avrebbero mai dati. Per sapere tutto questo ci vorrebbe la Giornata della Consapevolezza del Sud. Altrimenti avrà gioco facile sia chi l’accusa di cialtronismo sia chi lo taccia di piagnonismo. Cioè quelli che sono nati a secco, senza una lacrima.

Lino Patruno

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