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giovedì 14 gennaio 2010

Vendola--Boccia: basta chiedere!

Questa mattina a Roma riunione Pd per decidere.

Il Pd e' sempre piu' orientato ad accettare le primarie per risolvere la “querelle” della candidatura in Puglia. E’ quanto emerge al termine di una giornata in cui si è svolta una riunione sulla Puglia nella sede nazionale del partito, e ci sono state ampie consultazioni tra i leader nell’aula della Camera, dove anche Massimo D’Alema avrebbe definito “difficilmente evitabile” il ricorso ai gazebo.

Al Tg1 D'Alema ha poi detto: ''In Puglia c'e' lo sforzo di darevita ad una coalizione in grado di battere la destra. Io credo che si debba lavorare per riportare ad unità il centrosinistra, intorno alla soluzione che garantisce l’alleanza più ampia".
Intanto l’assemblea del Pd pugliese di sabato – composta da 126 delegati – dovrà decidere se fare le primarie come chiede Nichi Vendola, presidente uscente della Regione Puglia, o sostenere la candidatura di Francesco Boccia e l’alleanza con l’Udc che su Vendola ha posto un veto. Boccia a tre giorni dall'assemblea pone 10 domande al suo antagonista Vendola per chiedergli conto di questi cinque anni di governo della Regione e delle scelte politiche fatte. E Vendola, a strettissimo giro di posta, gli ha risposto.

BOCCIA, LE MIE DIECI DOMANDE

1)Non sei stato forse tu il primo a parlare in Puglia, quasi due anni fa sulle colonne del Corriere della Sera, di alleanza tra sinistra e Casini?

2) Non sei stato tu l’autore di un rimpasto nel luglio del 2009 che ha permesso l’entrata in giunta di un esponente Udc, Dario Stefano assessore all’agricoltura? E quel rimpasto non fu motivato da 'un’esigenza di allargamento della coalizionè?

3) Secondo te abbiamo vinto o perso la sfida sui tempi di attesa per una mammografia o una visita cardiologica?

4) Ritieni che la Puglia abbia completato il ciclo di trattamento dei rifiuti?

5) Perchè hai dato avvio e autorizzato l¨iter procedurale per il raddoppio della raffineria-monstre di Taranto dell¨Eni?

6) Perch‚ hai permesso che si spendessero quattro milioni di euro per consulenze esterne di stagisti e altro personale non bene identificato nell’amministrazione regionale?
7) Perch‚ hai licenziato dalla presidenza dell’Acquedotto il presidente Riccardo Petrella, che nel mondo si batte per l’acqua pubblica?

8) Ti sembra apprezzabile che la tua giunta abbia speso per tre giorni di spettacoli gratuiti nelle piazze pugliesi secondo lo schema 'panem et circenses' sei milioni, dico sei milioni di euro. Sai in quei giorni che cosa accadeva? Tremila lavoratori Ilva andavano in cassa integrazione.

9) Perchè se l’allargamento all’Udc lo propone Vendola è una lungimirante operazione politica, mentre se lo fa D’Alema èun inciucio affaristico? Per quanto mi riguarda, sono impegnato con il segretario regionale Blasi a cercare l¨unità e insieme lo faremo fino in fondo.

10) Perchè‚ se qualcuno critica, come me, l’azione di governo della Regione è bollato come amico del potere, mentre il potere, quello reale, che oggi comanda, sta procedendo a un’ondata di assunzioni in Regione a due mesi dalla fine del mandato?

“E a proposito di potere – conclude Boccia – voglio dirti che vedendoti così a tuo agio nel salotto di Santoro e così coccolato da così tante intelligenze della cosiddetta sinistra radicale, che a me sembrano purtroppo molte lontane dalle persone in carne e ossa e dai loro problemi, ho l’impressione che non sia io ad avere forti legami”.

VENDOLA,CARO FRANCESCO BOCCIA ECCO LE MIE RISPOSTE

Caro Francesco Boccia, nonostante la pesantezza polemica delle tue domande, ti risponderò. Anche perché io non sono un Berlusconi fuggente e tu non sei un giornalista pungente. Cercherò di stare ai fatti.

1) Sulle pagine del “Corriere della Sera” io ho posto alla sinistra italiana il tema di un nuovo compromesso con forze moderate e centriste, incluso l’Udc di Casini: senza tabù, senza veti, con una seria discussione programmatica. E dunque? Io mi dichiaro pronto a riprendere un dialogo e una ricerca tra culture diverse per tessere una nuova alleanza riformatrice.

2) Si, io ho nei fatti dimostrato un’apertura all’Udc, chiamando Dario Stefano a svolgere il compito di Assessore regionale all’Agricoltura. Come vedi non solo non pongo veti, ma compio gesti unilaterali. Non ti pare che meriti una piccola lode?

3) Per quanto riguarda le mammografie, è notorio che, nel 2008, è stato avviato lo screening precoce, per cui le donne sane vengono invitate a recarsi presso uno dei 45 servizi di radiologia di riferimento per l’esecuzione dell’esame. Questo non è un dato autoreferenziale o contestabile, ma è testimoniato da tutte le donne sane nella fascia d’età tra i 50 ed i 69 anni che ricevono la lettera di chiamata attiva.
Questa metodologia viene attuata nel rispetto delle Linee guida Ministeriali, per cui le donne pugliesi accedono alle prestazioni preventive con la stessa cadenza temporale rispettata in tutta Italia.
Inoltre la Regione Puglia, anticipando i più recenti orientamenti internazionali, garantisce la prevenzione del carcinoma mammario anche alle donne della fascia d’età tra 40 e 49 anni, che in molte regione sono escluse dai programmi di diagnosi precoce. Per le donne di qualsiasi età che siano sintomatiche, cioè che presentano noduli sospetti, viene garantita la priorità di accesso ed i tempi d’attesa sono brevissimi (mediamente una settimana), così come stabilito in tutti i Piani aziendali per il contenimento dei tempi d’attesa.
Per quanto riguarda le visite cardiologiche, il Piano regionale per il contenimento dei tempi d’attesa (DGR n.1200 dell’agosto 2006 e DGR n. 68 del febbraio 2007) garantisce, ai pazienti per i quali i medici curanti segnalino condizioni cliniche particolari, il rispetto dei tempi massimi individuati dalla regione.
Questi pazienti sono inserirti nelle liste d’attesa entro 10 o 30 giorni massimo in relazione alla priorità indicata. Le prestazioni prioritarie sono erogate presso strutture appositamente individuate dalle Aziende sanitarie, per le quali è attivo un programma di monitoraggio ministeriale.
Solo per i pazienti che devono effettuare controlli programmati, e quindi non con carattere prioritario, i tempi d’attesa sono più lunghi. A questo proposito, il modello del Progetto Leonardo ha dimostrato che è possibile governare le liste d’attesa per i controlli programmati da eseguire periodicamente ai pazienti cronici, facendosi carico anche delle loro difficoltà ad accedere ai servizi, in particolare per le fasce più deboli della popolazione.
E’ da segnalare, inoltre, che per le prestazioni urgenti o che vengono considerate tali dallo stesso paziente, sia il sistema del 118 che i Punti di primo soccorso sono attrezzati con il sistema della telecardiologia, che consente la risposta in tempo reale ai pazienti con patologie acute e/o emergenti. Solo attraverso tale sistema vengono erogate circa 50-60.000 prestazioni ogni anno.
I passi avanti compiuti dalla regione Puglia nell’assistenza cardiologica sono di tale importanza che questo settore viene considerato all’avanguardia nel nostro Paese. Non solo le riviste specializzate, ma anche importanti settimanali di divulgazione sottolineano questa realtà.
Non ultimo, le segnalazioni ed i reclami sui tempi d’attesa in Puglia si sono progressivamente ridotti.

4) Ritengo che la Puglia abbia compiuto un balzo epocale sul ciclo dei rifiuti. Tu eri forse troppo impegnato per sapere che nel 2005 avevamo solo discariche in via di esaurimento e tutti i bandi di gara del Piano regionale dei rifiuti appesi al contenzioso presso il Consiglio di Stato. In attesa delle sentenze ho cancellato dal Piano quella vera e propria porcheria che erano gli inceneritori di vecchia tecnologia (e mi sono liberato anche della presenza ingombrante di un imprenditore, recentemente arrestato in Lombardia, come Pino Grossi). Dopo le sentenze (a metà del 2006) ho firmato i contratti e ho cominciato la mia lotta contro il tempo (e anche contro chi costruiva una costante strumentalizzazione politica sulla pelle dei cittadini) per cantierizzare i nuovi impianti. Abbiamo oggi inaugurato quasi tutti gli impianti (separazione dell’umido e del secco, biostabilizzazione, impianti di produzione CdR, impianti di compostaggio) che dotano la Puglia di un parco impiantistico tra i più moderni d’Italia. In più abbiamo imposto agli Ato di diventare soggetti con personalità giuridica, abbiamo concertato con gli Ato e con i singoli Comuni ogni scelta, abbiamo avviato una campagna poderosa sulla raccolta differenziata. Ti invierò in dono i diari scolastici che abbiamo prodotto per educare i più piccoli alla cultura del recupero e del riciclo. E in tutto questo a metà del mio mandato ho rispettato un impegno assunto in campagna elettorale: ho chiuso il Commissariato straordinario, ho portato la Puglia fuori dai sentieri dell’emergenzialismo e degli strumenti che consentono di operare in deroga alla legge.

5) Questa domanda, caro Francesco, è proprio un incidente. Tu sai che io non ho grande confidenza con quei grandi gruppi industriali, italiani o esteri, che pensano di investire nel nostro Sud secondo un modello di industrializzazione che è ormai incompatibile con la democrazia e con l’ambiente. Per questo io, con delibera di giunta (la numero 1860 del 13 ottobre 2009), ho bocciato il raddoppio degli impianti Eni di Taranto. Per la cronaca vorrei che tu non dimenticassi il nostro impegno contro le centrali nucleari, nonché per la riduzione del carbone nella centrale di Cerano, o contro il rigassificatore nella pancia di Brindisi, o contro la piattaforma petrolifera al largo di Monopoli, eccetera. Tanti No ma anche tanti Si, come quelli che abbiamo detto a gran voce all’energia del sole e del vento.

6) Caro Francesco sei male informato: ed è un vero peccato. La Regione Puglia negli ultimi anni ha progressivamente e fortemente ridotto la spesa per consulenze e collaborazioni raggiungendo un picco nel 2008 (confermato dai dati tendenziali del 2009) quando la riduzione è stata di oltre il 50% rispetto all’anno precedente, portandola a livelli assoluti (peraltro, molto lontani da quelli indicati) incomparabilmente inferiori alla spesa di molte altre regioni italiane, addirittura vicini a quelli di alcuni comuni capoluogo.
E’ non è certo un caso che la Regione Puglia fa registrare una spesa per il personale (incluse consulenze e collaborazioni) che la colloca, unica regione meridionale, tra le regioni italiane virtuose.

7) Io non ho licenziato Riccardo Petrella, che considero un maestro della cultura dei beni comuni. Ho avuto con lui un dissenso trasparente e forte sulle priorità operative e strategiche di una azienda impoverita e arrugginita come era AqP nel 2005. La mia priorità è sempre stata quella di risanare l’azienda, di far partire gli appalti per la ricerca perdite e per il tele-controllo, di ridurre drasticamente perdite fisiche e amministrative, di prendere in carico i depuratori e di internalizzare il ciclo della depurazione. In questo quadro erano fondamentali quegli strumenti, che noi abbiamo varato, come il Piano di assetto idrogeologico o il Piano di tutela delle acque, che rendono la battaglia civile, culturale e politica contro la privatizzazione dell’acqua non una poesia da recitare nei giorni di festa, ma una moderna e complessa architettura di azioni amministrative e di scelte economiche e ambientali e che ci mette oggi nella condizione di praticare concretamente la ripubblicizzazione di AqP.

8) La domanda su “Le notti bianche” è veramente incredibile per una persona colta come te. Noi abbiamo investito risorse della promozione turistica (che come sai non sono spendibili per integrare ammortizzatori sociali) in forma inedita e con grande successo economico e non solo economico: in passato quei soldi si spendevano per la più stupida delle promozioni, come i cartelloni pubblicitari nelle stazioni ferroviarie o negli aeroporti della nostra Regione. Noi abbiamo costruito un’operazione culturale e spettacolare di cui ha parlato tutta l’Europa, costata molto meno di quelle che si fanno in città come Torino o Milano, con un ritorno davvero straordinario in termini di promozione ma anche in termini di ricaduta economica e turistica. Dati più che positivi certificati dal monitoraggio operato dagli Atenei pugliesi. (Basta consultare il portale turistico della nostra Regione per conoscere in dettaglio tutti i numeri). Anche con questo tipo di invenzioni la Puglia è riuscita a diventare l’unica regione italiana in clamorosa controtendenza rispetto alla crisi nazionale del turismo.

9) Io non ho mai definito un “inciucio affaristico” il dialogo tra D’Alema e Casini. Ho solo chiesto che quel dialogo e quella prospettiva alleanzistica potessero diventare un processo politico condiviso, fondato sulla preminenza dei programmi e su un forte profilo riformatore.

10) Caro Francesco, l’ultima domanda non meriterebbe alcuna risposta.
Le assunzioni non sono certo attività improvvisate e dell’ultima ora ma sono il frutto di un lungo percorso amministrativo e testimonianza di un fatto storico per la nostra regione, mai avvenuto prima: quello di avere bandito e portato a compimento, per l’assunzione di dirigenti e personale, diversi concorsi e selezioni pubblici. Concorsi e selezioni gestiti rendendo con immediatezza disponibili on line verbali e graduatorie, grazie alla nostra legge all’avanguardia sulla trasparenza e al nostro sito (http://concorsi.regione.puglia.it) che ha fatto segnare migliaia di contatti.
E fatto storico è, ancora, quello di avere internalizzato grande parte delle attività di assistenza tecnica per l’attuazione dei fondi comunitari in precedenza esternalizzate con appalti di servizi che hanno contribuito a produrre quel lavoro precario e incontrollato che ha costituito uno degli obiettivi dell’azione di contrasto della nostra amministrazione. Un’azione di contrasto che, con la internalizzazione di tali attività, la Regione Puglia ha condotto a cominciare da sé stessa, visto che negli anni 2000 – come ci testimoniano tante indagini di Funzione pubblica – proprio le pubbliche amministrazioni italiane sono state il più grande “produttore” di lavoro precario.
Invece di sottolineare il fatto rivoluzionario dello svolgimento, per la prima volta nella storia dell’Ente Regione Puglia, di concorsi pubblici che aprono finalmente una stagione nuova per la burocrazia e per la politica, tu ti inabissi in una polemica infondata e malevola.

Penso di averti risposto esaustivamente, non mancando di sottolineare che la tua vis polemica rischia di essere un gratuito atto d’accusa contro il tuo stesso partito. Ti esorto, se posso permettermi un tono di amicizia, a non cercare la strada della rissa, perché quella è un vicolo cieco. Sono giorni che colleziono, prendendole dai giornali, espressioni tue nei miei confronti che non brillano per garbo e gentilezza. Non risponderò a questo livello. Siamo uomini pubblici e abbiamo dei doveri pubblici: anche quello di difendere un certo decoro e una certa eleganza nell’esprimere le nostre passioni

IL TERREMOTO E IL POPOLO DEI “RESTAVEC”


Nascosta anche dalle macerie dell’ultima immane tragedia di Haiti, c’è anche quella dei ‘restavek’ - o ‘restavec’, dal francese ‘reste avec’ ovvero ‘sta con’- un picolo popolo di oltre 225.000 bambini di famiglie tanto povere da ‘cederli’, mandandoli a vivere e servire in famiglie appena un po’ meno povere, semplicemente per poterli sfamare. A denunciare in modo documentato quella che in molti considerano una vera e propria piaga sociale diversi rapporti e sondaggi pubblicati negli ultimi anni dalla Pamamerican development foundation, (Padf), secondo cui i due terzi circa di questi “piccoli nuovi schiavi” è costituita da bambine tra i sei e i 12 anni di età.“Il restavek - afferma il rapporto del Padf intitolato ‘Infanzia perdura’ - è il primo a svegliarsi al mattino e l’ultimo ad andare a dormire, lavora dalle 12 alle 16 ore al giorno e non frequenta la scuola; deve svolgere lavori di ogni tipo: attingere acqua, pulire e riordinare la casa, andare al mercato e accompagnare altri bambini a scuola mentre lui non la frequenta. Può essere percosso (esiste un tipo di frusta considerata particolarmente indicata per questo uso), ferito, perfino ucciso”. Il reclutamento di questi bambini, a volte ridotti in condizioni di vera schiavitù - precisa il rapporto - è dovuto alla povertà estrema di ampie fasce della popolazione, in un paese in cui tra il 70 e l’80 per cento degli abitanti vive con meno di due dollari al giorno. Non è difficile immaginare che il sisma possa ora peggiorare ulteriormente le condizioni dei ‘restavec’ sopravvissuti e probabilmente aumentarne poi le schiere.[

da Misna

HAITI







Haiti, testimonianze dall'isola

Danni incalcolabili. Forse migliaia le vittime. La capitale quasi completamente rasa al suolo

di Alessandro Grandi
"La situazione è drammatica, tragica. Port au Prince è stata completamente devastata. Il palazzo presidenziale, la cattedrale, i vari ministeri sono crollati. Noi abbiamo la certezza che le nostre strutture a Port de Paix (nord del Paese) hanno retto e bambini e personale sono sani e salvi. Ma c'è stata una grande paura" dice Massimiliano Salierno uno dei responsabili di Anpil, associazione che si occupa dei bambini meno fortunati di Haiti.
Dal nord del paese ci hanno confermato che è impossibile comunicare via telefono" aggiunge Salierno. "Anche gli haitiani che possono farlo si affidano ad internet per mettersi in contatto tra loro all'interno del Paese" conclude.
"Via mail abbiamo dialogato con Jacquelin Louis, responsabile della scuola di Tendron sulla Tortuga. L'isola della Tortuga è stata fortunatamente risparmiata dalla devastazione che ha invece colpito Port au Prince. I bambini stanno bene. Solo tanto spavento".
"La mia casa è distrutta. Fortunatamente io e la famiglia possiamo stare da amici. A noi è andata bene mentre il paese, e soprattutto la capitale Port au Prince, le cose vanno molto male. E' tutto distrutto. Ci saranno sicuramente molte centinaia di morti" racconta Roberto Stephenson, fotografo italiano che da molti anni vive a Port au Prince.

L'ambasciatore haitiano presso l'Organizzazione degli Stati Americani (Osa) ha dichiarato che i morti causati dal sisma potrebbero essere decine di migliaia.
Le notizie che giungono da Haiti sono terribili. Anche le sedi della Missione di Stabilizzazione delle Nazioni Unite, Minustah sono parzialmente crollate. Diversi caschi blu, le notizie dicono almeno 4 e tutti id origine giordana, sarebbero morti. Fonti non confermate fanno sapere che diversi caschi blu filippini sarebbero intrappolati fra le macerie della loro caserma a Port au Prince.
Cittadini haitiani che vivono nella repubblica Dominicana raccontano di un terremoto potentissimo che ha fatto oscillare per decine di secondi i palazzi più alti. La popolazione si è riversata nelle strade impaurita. Nicolas Sergileffe ha raccontato al telefono con PeaceReporter: "Quello che so di Haiti l'ho visto su Internet. Le comunicazioni con l'atra parte dell'isola di Hispaniola sono interrotte. Non so come sentire i miei parenti. Sto decidendo in queste ore di partire e andare di persona a controllare la situazione". Intanto l'aeroporto internazionale di Port au Prince sembra essere tornato operativo.

da PeaceReporter

Voci via skype
Il terremoto visto da Haiti, New York, El Salvador

Marie-Pierre ha venticinque anni, è francese e lavora come volontaria in un progetto sull'acqua potabile. La raggiungiamo via skype, abita a Jérémie sulla punta di Haiti, nella Grande Ansa a 300 chilometri da Haiti. Racconta: "la prima scossa qui è durata una ventina di secondi. La mia casa è in cemento, ha tremato e oscillato, ma senza che gli oggetti cadessero per terra. Poi ci sono state le altre scosse, più leggere". Marie-Pierre è riuscita a contattare i suoi amici nella capitale solo una volta, ascolta la radio e ci dice che molti degli stranieri sono ammassati dentro le sedi delle ambasciate e che i collegamenti sono impossibili nella capitale e circondario.

"Le notizie arrivano con il contagocce. I miei amici mi hanno raccontato di interi edifici, scuole e supermercati che sono sprofondati. Qui nella regione che si affaccia sul Mare dei Caraibi la gente è scappata sulle montagne. Chi abita al bordo del mare ha avuto questo istitnto immediatamente, mentre la Cnn avvisava via internet di un allarme tsunami che le radio locali, però, non hanno diffuso".

Una nuova ricerca. Questa volta è Emio a rispondere. La sua città natale è Port au Prince, risponde alla chiamata via skype. Ma sta trascorrendo una vacanza fuori dal paese. "Sono a new York, in questo momento. Ho parlato con i il mio datore di lavoro questa mattina, mi richiamerà per dirmi in che stato è la mia casa". Emio, sua moglie e due figli piccoli sono partiti dalla capitale il 23 dicembre scorso, per un periodo di vacanza che doveva terminare il 17 gennaio prossimo. "Non so cosa farò adesso, aspetto di avere altre notizie. Il mio datore di lavoro ha un telefono satellitare e comunichiamo così".

Rodelyn risponde immediatamente alla richiesta di informazioni. Anche lui non si trova ad Haiti.
"Sono in Salvador, purtroppo". Come purtroppo, non è contento di aver scampato il drammatico e terribile terremoto? "Io dovrei essere là, in questo momento, per aiutare gli altri".

da PeaceReporter

ASSALTI FRONTALI - DEVO AVERE UNA CASA PER ANDARE IN GIRO



ASSALTI FRONTALI - DEVO AVERE UNA CASA PER ANDARE IN GIRO

E ogni giorno mando giù un po' di
Veleno, ogni giorno
Io che amo l'armonia
E vado un po' a giocare con la mia
Follia
Non mi pare il caso
Di passare la vita assetati
Sotto il potere dei falliti
Ohooohh
C'è guerriglia in cima a via Rousseau
E arrivano da tutta Roma
Arriva anche il questore in persona
Ora,
Ora che ci hai tolto la parola
Prima di partire
Così ci copriamo il volto
Per farci vedere
Devo sentirmi di morire
A volte
Per rinascere più forte tra
Le tue rovine
E mando giù veleno ogni giorno
Devo avere una case
Per andare in giro per il mondo
Vedo il confine lontano
Corro
Le gambe che mi pesano come in
Un sogno
Ma se rallento
Sento il fiato sul collo
Non mollo
Ho il noie dentro gli occhi
Forse è un riflesso di specchi
La luce quando è tanta abbaglia
è come il buio
Mi trovo allo sbaraglio
Devo tirare fuori il meglio di me
Dimmi io sono pronto
Ad andare avanti vuoi seguirmi?
In giro per il mondo
C'è nascosto il senso
Dei modi di vita all'apparenza
Senza
è il conflitto per la sopravvivenza
Questa è la spiegazione
La gabbia è la nazione
Prima ci tirano gli avanzi
Poi ci osservano sbranarci
Questa,
Questa è la mia casa
E ce ne andiamo in giro
Camminando al centro della strada
Questa è la mia casa
Il cuore scoppia
Do calci alla porta
Non c'è solidarietà senza rivolta
Madre, madre hei questo fuoco
Mi uccide
Cose mi succede
La miseria
Della sana vita quotidiana
Uccide
La casa esplode
Cosa mi succede
Sarò un pazzo
Rimpianti tanti forse
Ma nessun rimorso
Quando do e non chiedo il prezzo
Perché so che ti terrò
Tra le cose più care che ho
E arrivi per restare
Come una sorpresa attesa
Questa è la mia casa
Le sorelle guardano negli occhi
Puoi vedere i prepotenti
Diventare vigliacchi
Quante volte devo essere umiliato
Per capire l'importanza
Dei conflitti
La mentalità da vinti
Porta nella notte
Dove tutti i gatti sono grigi
La terra non è ferma gira
I popoli si spostano
La gente è viva
Anche se alla deriva nuota
Oppure affoga
è cosa nota
Osserva queste piazze
Una stupenda miscela di razze
Le colora
Ora scorda la paura
E guarda in faccia il vero
In questo viaggio di sola andata
Ognuno scelga il suo volo
Per non restare con in mano niente
Per quanto mi riguarda
Corro il rischio di frequente
Questa,
Questa e la mia casa
E ce ne andiamo in giro
Camminando al centro della strada
Questa è la mia casa
Il cuore scoppia
Do calci alla porta
Non c'è solidarietà senza rivolta.

Editoriale di Minzolini: «Craxi statista salvò l'Italia»

Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini 'celebra' con un editoriale Bettino Craxi, e Antonio Di Pietro si ribella annunciando querele contro il direttore, mentre Stefania Craxi lo ringrazia dal profondo del cuore per la presa di posizione in difesa di suo padre. Minzolini nel suo editoriale ha esaltato la figura dello scomparso segretario socialista, affermando, tra l'altro, che «non ha bisogno di nessuna riabilitazione» e che per la storia «va già ricordato oggi come uno statista».«Craxi è stato trasformato nel capro espiatorio di un sistema che era stato l'ultimo residuo della guerra fredda, una democrazia costosa permise al paese di restare per cinquant'anni nel mondo libero». «Della sua figura si discute molto, c'è chi vorrebbe dedicargli una strada, chi si oppone, chi lo considera un grande uomo e chi un mezzo delinquente. È arrivato il momento - ha sottolineato Minzolini - di guardare alla sua vicenda con gli occhi della storia». «Basti pensare - ha ricordato - che il reato portante di tangentopoli, cioè il finanziamento illecito ai partiti, era stato oggetto di un'amnistia appena due anni prima, un colpo di spugna che preservò alcuni e dannò altri. La verità è che ad un problema politico fu data una soluzione giudiziaria e l'unico che ebbe il coraggio di porre in questi termini la questione, cioè Craxi, fu spedito alla ghigliottina».

Minzolini ha quindi osservato che in quegli anni si «alterò l'equilibrio nel rapporto tra politica e magistratura» e che questo «per quasi un ventennio ha fatto cadere governi per inchieste che spesso non hanno portato da nessuna parte e che ha lanciato nell'agone politico i magistrati che ne erano stati protagonisti». «Querelerò Augusto Minzolini e lo denuncerò alle Camere e al Paese per le sue affermazioni fatte nel suo editoriale», ha fatto subito sapere Antonio Di Pietro che ha aggiunto: «Sarà la storia a giudicare Bettino Craxi come statista. Io l'ho indagato come magistrato e non spetta a me stabilire se era uno statista. È stato condannato perchè aveva tre conti correnti non per il partito ma per se stesso, era un corrotto e ha fatto il latitante». Per il leader di Idv, «a questo punto il problema non è Craxi ma Minzolini» che «ha raccontato bugie sul servizio pubblico pagato dagli utenti. È inaccettabile che abbia paragonato Craxi al Papa». «Rivolgo un grazie al Direttore Augusto Minzolini - è stata invece la reazione soddisfatta di Stefania Craxi - per il suo editoriale in ricordo di Bettino Craxi, uno Statista che ha dato la vita per il bene del Paese. Le sue idee innovative sono ormai patrimonio di tutti gli italiani».

da Indymedia

Napoli, fecero esproprio proletario: tutti assolti in appello i 9 attivisti

Tutti assolti, in appello, i nove attivisti dei centri sociali di Napoli accusati di estorsione aggravata per aver partecipato, nell'autunno del 2005, a un'iniziativa di protesta contro il carovita. I fatti si riferiscono al presidio, organizzato da oltre duecento precari dentro l'Ipercoop di Afragola, che ha sancito l'inizio di una campagna nazionale contro la crisi che coinvolse, nei mesi a venire, sindacati di base, centri sociali, collettivi di precari e disoccupati in decine di iniziative.«Allora aprimmo uno scontro politico sul tema del diritto al reddito, oggi ancor più centrale» spiega Antonio del Laboratorio Insurgencia. La risposta, durissima, è culminata con la condanna, per nove ragazzi del "Comitato per la IV settimana", a tre anni e 4 mesi di pena, più cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Un'assurdità, soprattutto perché quel presidio si concluse con la messa a disposizione volontaria, da parte dell'Ipercoop, di pasta e pelati distribuiti gratuitamente agli stessi clienti del supermercato per un valore complessivo di 350 euro. Un'iniziativa spontanea, pacifica, che fu addirittura condivisa dalla direzione aziendale che, pochi mesi dopo, intavolò con i "Comitati per la Quarta Settimana" una contrattazione che definì un paniere di prodotti di prima necessità a prezzi calmierati. «Fu un risultato importante e significativo» ricorda Antonio «che seppe interpretare il disagio dei ceti popolari della società i quali, già prima dell'esplodere dell'attuale fase di crisi economica, pativano l'aumento generalizzato dei prezzi e delle tariffe». Fortunatamente, ieri è arrivata l'assoluzione. «Non ce lo aspettavamo» ammettono dal movimento napoletano «ma evidentemente, in tempo di crisi e nuovo carovita, ben più grave di quello di cinque anni fa, condannare nove persone per "estorsione di pummarole" sarebbe stato ridicolo e giuridicamente inaccettabile visto che si è cercato di usare articoli del codice penale, relativi appunto al reato di estorsione, per sanzionare un'iniziativa non certo volta all'arricchimento personale». In solidarietà con i nove attivisti, ieri mattina, fuori dal tribunale di Napoli c'erano in presidio decine di compagni dei movimenti di lotta, dei centri sociali, rappresentanti del sindacalismo di base e studenti dei collettivi. La giornata di mobilitazione «contro la criminalizzazione del conflitto sociale e per ribadire le ragioni che sottendono alle varie forme e modalità di lotta sotto processo» è iniziata alle nove e non si è fermata nemmeno dopo la, inaspettata, buona notizia proveniente dall'aula: alle 16, da piazza Carlo III, è partita una "carovana di solidarietà" che ha raggiunto l'Ipercoop di Afragola «per volantinare e dialogare con i cittadini che, ogni giorno, affollano centri commerciali e che, oggi come nell'ottobre del 2005, continuano a pagare i costi economici della crisi». Oggi, invece, tutta l'attenzione dei movimenti è volta a qualche migliaia di chilometri più a nord, a Copenaghen, dove si svolgerà l'udienza preliminare di Luca Tornatore, ricercatore di Fisica all'università di Trieste, arrestato durante il Vertice Mondiale sul Clima. «Pretendiamo» hanno scritto un mese fa in un sentito appello, ad oggi firmato da circa mille persone, amici e colleghi di Luca «il rilascio immediato del Dott. Tornatore, prima di tutto perché totalmente innocente, poi perché la sospensione dello stato di diritto, le provocazioni e le menzogne rendono la mancanza di Luca insopportabile per tutti noi e per tutti quelli che condividono, con serietà, le sue preoccupazioni per il futuro del nostro pianeta».

da Indymedia