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mercoledì 3 febbraio 2010

Lettera di Nichi Vendola a socialisti e associazioni socialiste

Pubblichiamo la lettera inviata da Nichi Vendola all’assise tenutasi a Roma delle associazione socialiste e dei socialisti per la costruzione della nuova sinistra italiana.

Care compagne e cari compagni,

mi spiace non poter essere oggi con voi.

Perdonatemi ma non si può essere dappertutto, anche se mi piacerebbe. La realtà è che i miei impegni sono di molto aumentati dopo quanto di bello è accaduto qui in Puglia. Sono ben cosciente che la mia affermazione nelle primarie pugliesi è dovuta anche al sostegno che ho ricevuto da voi, compagni e compagne della sinistra socialista. Di questo vi ringrazio profondamente soprattutto perchè questo risultato ed il modo con cui è maturato rinforza l’unità tra di noi e rende concreta la costruzione di Sinistra Ecologia Libertà come un nuovo soggetto politico della sinistra unitario e plurale.

Non possiamo nasconderci che il cammino che abbiamo fatto fin qui percorso è stato irto di ostacoli. Alcuni di questi derivano da difficoltà per così dire oggettive, che dipendono dalla crisi generale della sinistra e della politica in cui siamo immersi. Altri da limiti soggettivi abbastanza ben distribuiti. L’esempio pugliese ci dice però che tali ostacoli e limiti possono essere superati d’un balzo se si ha più coraggio politico e maggiore fiducia nel popolo di sinistra, nalla sua generosità, nel suo entusiasmo, nella sua voglia di tornare protagonista del proprio presente e del proprio futuro.

Per costruire un nuovo soggetto della sinistra abbiamo bisogno del concorso di più culture, di più esperienze, di più contributi teorici e politici. Costruire un nuovo soggetto non significa abiurare il proprio passato, significa invece riconsiderarlo criticamente senza però disperdere la sua parte migliore. La storia del movimento operaio italiano è lunga e ricca di diverse tradizioni, molte delle quali originali. Nessuna di esse va dimenticata, tutte devono trovare spazio ed attenzione in Sinistra Ecologia Libertà affinchè possano concorrere a definire il profilo identitario e i caratteri programmatici di una sinistra del ventunesimo secolo.

La profonda crisi economica e sociale che stiamo attraversando ha messo a nudo le contraddizioni su cui si è sviluppata la lunga stagione neoliberista del capitalismo contemporaneo. Non se ne uscirà con qualche aggiustamento superficiale. Proprio la natura strutturale di questa crisi ci pemette oggi di riproporre in modo più concreto il grande tema del superamento del capitalismo che caratterizza una vera forza di sinistra.

Non solo noi, quindi, ma direi l’Europa tutta e l’intero nostro paese hanno bisogno del socialismo italiano. Mi riferisco in paticolare alle grandi narrazioni che hanno attraversato più di un secolo di storia, dal 1892, dalla nascita del Partito socialista italiano e ancora prima, dalla nascita delle Leghe, delle Case del popolo, delle Società di mutuo soccorso, delle Società operaie, che sono state determinanti per inventare la grande idea di solidarietà e di comunità. La filantropia socialista, l’umanesimo socialista sono stati protagonisti di un’educazione sentimentale versol’accoglienza degli altri, il rispetto e la tolleranza nei confronti dei diversi.

Il socialismo italiano ha un grande futuro sulle spalle ed io sono convinto, che voi, compagne e compagni qui riuniti, lo saprete portare avanti con determinazione, orgoglio e intelligenza. E farlo insieme a molti altri, interpreti di altre storie, in Sinistra Ecologia Libertà.

Buon lavoro compagne e compagni socialisti, abbiamo tanto lavoro da fare insieme per trasformare radicalmente questo nostro paese nel nome della pace, del lavoro, della democrazia, della libertà.

Nichi Vendola

Bari, 1 febbraio 2010

YOUTUBE/ Video - Checco Zalone (Luca Medici) imita Nichi Vendola, il video che spopola su youtube



Un video che spopola su youtube, anche se non è nuovo, è quello che ritrae Luca Medici, alias Checco Zalone, mentre imita Nichi Vendola, governatore della Puglia. Forse il successo di questo video su youtube si deve al fatto che Nichi Vendola ha vinto le primarie e sarà il candidato del centrosinistra alle prossime regionali e al successo di Checco Zalone, che ha raggiunto l’apice con il suo film “Cado dalle nubi”, campione di incassi alla fine dello scorso anno.



Il video è stato caricato da molti utenti su youtube ieri, ma in realtà è tratto da una trasmissione del 2006 (“Fuori controllo” in onda sull’emittente pugliese Telenorba7) quando Luca Medici non era ancora diventato famoso con il suo personaggio Checco Zalone e quindi si esibiva nei panni di Nichi Vendola.

www.ilsussidiario.net

NATURA E CONTRONATURA

Terremoti, uragani, maremoti, tifoni, tornado, tempeste di sabbia, monsoni, smottamenti; nell'immaginario collettivo fanno parte di quella terra violenta e cattiva contro la quale scontrarsi maledicendo qualcuno lassù in cielo e asserendo che la fine del mondo è sempre più vicina.
La Terra, sin dal suo primo respiro, ha subito fasi di continuo cambiamento e gli animali si sono adattati in quei territori dove le condizioni climatiche non erano così avverse.
Noi uomini siamo l'evoluzione del classico scimmione peloso ma la nostra natura molte volte riemerge prepotentemente. L'uomo è il vero e unico artefice di questi repentini e ripeto repentini cambiamenti climatici, perchè, come ho detto in precedenza, la natura e quindi la Terra si rigenera, muta, attraverso però il suo orologio biologico.
Troppi abusi ha subito il nostro pianeta, depredata da uomini avidi che lentamente hanno dimenticato di vivere su qualcosa di vivo, che prova anche del dolore se lacerata e stuprata.
Le foreste o le nostre modeste pinete non servono più: tagliamo gli alberi per fare un pò di legna e costruiamo un bel palazzone con un bel giardino (per poi dire "guardate che noi amiamo la natura").
Le dune, parlo della mia costa ionica da Gallipoli a Porto Cesareo, che fine hanno fatto??? Un tempo erano giganti e io, piccolino, le guardavo così enormi che quasi mi facevano paura. La sabbia serviva, la sabbia se presa in abbondanza fa guadagnare un pò di soldini. Ed ecco che le dune sono scomparse e al loro posto un bel lido con tanto di ombrellone, sedie, bagnino, bar, doccia (ehhh anche la doccia al mare) e per finire delle corde a delimitare il perimetro del lido; sabbia privata che non si può accarezzare con i piedi altrimenti il guardiano di turno ti intima di uscire; possiamo definirla come una zona rossa, se si oltrepassa la corda, la sirena strilla.
Nella nostra S.Caterina (marina di Nardò) c'e' uno sputo di angolo di costa che costituirebbe la spiaggetta della località balneare. Non è altro che il classico lido fatto per creare sempre più ghetti, fatto per la famiglia che ha da spendere per andare a farsi un bagno , disposta a pagare per un pò di ombra e per avere confort vari ed eventuali. Uno sputo quasi tutto occupato da ombrelloni. Ho saputo che sotto quella sabbia si nasconde un porto Messapico del quale non si sa nulla, nessuno si mobilita e nessuno si indigna.
Quando si parla di abuso della natura (a parte quello edilizio), io immagino una cittadina come Nardò senza il parco naturale di Porto Selvaggio. Francamente sarebbe impensabile. La tutela del parco è stata garantita grazie al sacrificio umano di una donna come Renata Fonte (consigliere comunale del Partito Repubblicano). Ho fatto questo esempio per far capire che là dove una figura come quella di Renata Fonte è venuta a mancare, i becchini di turno hanno martoriato la natura per dei profitti meramente economici.
Gli straripamenti dei fiumi con la conseguente morte e distruzione non son imputabili alla natura. Il torrente Asso, per nostra fortuna in piccolo, è un esempio; ora vi riporto un frammento di testo preso da www.geologiaegis.it : "Il torrente Asso è un antico corso fluviale naturale che, nel passato, convogliava le sole acque della zona a Sud di Lecce tra i comuni Nardò, Galatone, Seclì, Noha, Aradeo per condurle a Nord, in contrada “Paduli” in agro di Nardò, dove si accumulavano su una vasta area, leggermente depressa, e stazionavano per un lungo periodo di tempo fino a permeare nel sottosuolo molto lentamente. Nel corso degli anni, un susseguirsi di interventi antropici hanno ridisegnato ed ampliato il reticolo idrografico, spesso con angoli a 90 gradi e per approvvigionare le aree secche e per bonificare le aree perennemente allagate, poste a Nord del centro abitato di Nardò talché, il vecchio torrente Asso, allungato, ridimensionato e rimodellato, ha dovuto trasportare, fino ad oggi, portate di gran lunga superiori a quelle che la natura originariamente gli aveva destinato. Le conseguenze sono state catastrofiche: esondazioni ed alluvioni hanno interessato ed interessano ancora oggi, in occasione di piogge di elevata intensità, anche di breve durata, vaste aree urbane ed agricole dei centri urbani di Nardò, Galatone, Seclì, Aradeo, Neviano, Collepasso, Cutrofiano, Parabita, Matino e Casarano, in provincia di Lecce".
Le frane e gli smottamenti molte volte causano molte vittime fra i civili perché, in barba alla natura, si è voluto costruire alterando quelli che erano gli equilibri. Due esempi molto recenti sono la città di Messina e lo stato di Haiti. Nel primo caso si è alterato il corso di un fiume facendo poi franare un costone della montagna, nel secondo interi quartieri sono stati costruiti sradicando gli alberi e mettendo su edifici fatti con del materiale molto scadente.
La natura è stanca e si ribellerà sempre di più.
Non parlo della fine del mondo, il mondo è già da un pò che è spacciato, ma della possibilità di salvare il salvabile.
Case, macchine, fabbriche, piattaforme petrolifere, centrali nucleari con i conseguenti esperimenti atomici, gigantesche antenne per i cellulari, l'asfalto che ci continua a soffocare, ecc.. ecc.. ecc.., tutto questo è contro natura.
Pensato e progettato dall'uomo per il proprio benessere.
Ed ecco nel nostro sud gli espropri indiscriminati per costruire basi militari americane, come a Foggia, che hanno ricoperto migliaia di ettari e poi abbandonate, oppure per mettere su un villone del riccone di turno, ed ancora palazzinari senza scrupoli con il consenso delle amministrazioni locali fanno soldi a palate fabbricando case.
Non voglio coltivare i miei ortaggi su uno dei tanti palazzi di cemento.
Non rifacciamo l'errore che dal dopoguerra fino ad oggi ha portato alla scomparsa della terra, quella rossa. Quella stessa terra che ha visto il sudore e il sangue di migliaia di contadini grazie ai quali ora giriamo per il mondo con il petto in fuori pavoneggiandoci di fronte ad un Negroamaro doc o ad un Primitivo del salento.
Quella non è altro che il sangue della nostra terra.
Aiutiamola a vivere, non facciamola morire soffocata da colate di cemento.
Se iniziamo ad amare la natura inizieremo ad amare di più sia noi stessi che chi ci circonda.
Ricordiamo che siamo degli ospiti e soprattutto che abbiamo del tempo in prestito perché su questa terra siamo di passaggio.
Ripuliamola per i futuri ospiti che verranno, altrimenti cosa penseranno di noi??????

Nico Musardo

LECCE - Terrorismo è Stato

Mercoledi 3 febbraio, ore 16.30 ateneo piano seminterrato
TERRORISMO è STATO

Proiezione della testimonianza di Pasquale Valitutti, compagno anarchico presente nella questura di Milano al momento dell’omicidio di Pinelli e dibattito su Potere, Linguaggio e Memoria. A seguire, proiezione del video “L’altro terrorismo”.

Il concetto di “terrorismo” è intrinsecamente legato a quello di “Stato”.
Da Piazza Fontana ad Abu Ghraib, dalle bombe sui treni ai bombardamenti indiscriminati in Afghanistan, dal sequestro di Abu Omar a Milano fino all’utilizzo di armi al fosforo in Palestina – solo per citare alcuni casi della Storia recente –, gli Stati agiscono incessantemente in modo terroristico. Agitando lo spauracchio della “guerra al terrorismo” di fatto assistiamo, ed in maniera sempre più spudorata, alla “guerra del terrorismo”, eppure siamo sempre più incapaci di riconoscerla e nominarla come tale. Nel nome di presunti ideali quali Patria e Democrazia si giustifica qualunque orrore; in onore a quella che vorrebbero fosse una “memoria condivisa”, si punta ad ottenere una pacificazione sociale impossibile ed a rimuovere la Memoria che accompagna chi non è disposto a dimenticare né, tantomeno a perdonare.
Ci sono più modi per ottenere questo risultato, reso possibile anche grazie ad una deculturizzazione forzata che avanza a piè sospinto. Lo svuotamento di significato delle parole è uno di questi, uno svuotamento che tende a nominare come “terrorista” chi ammazza un militare per difendere la propria libertà e la sua terra, e “combattente per la libertà” quello stesso militare al servizio di uno Stato, invasore o meno conta poco. Direttamente legato a questo aspetto è il revisionismo che ormai da diversi anni dilaga in tutte le direzioni e che ha trovato in storici, giornalisti, scribacchini ed altri utili servi del Potere il più funzionale mezzo per essere veicolato. Dalle fiction televisive ai libri, dai dibattiti in TV agli articoli sui giornali, si cerca di convincerci che partigiani e repubblichini siano caduti pur sempre per dei nobili ideali, che gli infoibati fossero in fondo dei bravi italiani e che nei lager nazisti c’era anche qualche aguzzino di buon cuore. Nello stesso modo provano a farci credere che alla Banca dell’Agricoltura in Piazza Fontana a Milano ci fossero due bombe, e che una fosse effettivamente anarchica, così come che Pinelli sia caduto dal quarto piano della Questura di Milano per un “malore attivo”e il commissario Calabresi fosse un brav’uomo, assente al momento della “caduta”, mentre l’unico “attivo” in quella stanza era proprio lui, assieme agli sgherri che lo assistevano.
A quarant’anni da quei tragici avvenimenti, lontano da commemorazioni che non ci appartengono e da pacificazioni che non ci riguardano, ribadiamo con forza che la bomba in piazza Fontana il 12 dicembre 1969 è stato un atto di terrorismo dello Stato e dei suoi amici fascisti, che Pinelli è stato buttato giù dalla questura di Milano, e che al momento del fatto il commissario Calabresi era presente in quella stanza.

La memoria del presente

La memoria e il linguaggio. Queste sono le due questioni che tentano di legare in un unico filo le tematiche qui proposte. In tempi in cui si cerca di rimuovere le resistenze del passato per cancellare quelle del presente (e del futuro), la parola perde il suo reale significato, mentre i fatti storici vengono mistificati e snaturati per legittimare delle aberrazioni. Il revisionismo cambia il passato per rendere giustificabile o addirittura nobile il presente. In virtù di ciò i fascisti non sarebbero i sanguinari assassini che spinsero in Italia come altrove le popolazioni alla guerra civile e alla guerra tra Stati ma dei semplici patrioti. E ancora, la strategia della tensione, con le sue bombe sui treni, nelle piazze e nelle strade, che produsse decine di morti, non fu un operazione dello Stato italiano per soffocare la rabbia dilagante e contagiosa di migliaia di individui, ma la cruda violenza tra bande di destra e di sinistra. Se oggi si può affermare ciò è facile comprendere come una guerra può essere denominata “missione di pace” senza indignare, così come non scandalizzi l’esistenza di lager per immigrati, lager spacciati a volte per centri di accoglienza o di necessaria permanenza. Ma se il linguaggio è una delle armi più potenti della propaganda e del potere per mistificare e annullare la conoscenza reale delle cose al fine di annebbiare completamente le coscienze, la memoria è il pugnale per resistere. La memoria è ciò che porta dall’altra parte della barricata, riuscendo a distinguere il nemico di ieri e di oggi, ed opporsi a ciò che appare intollerabile. Essa è uno dei mezzi che rende consapevoli della guerra tra poveri che è stata scatenata per la spartizione di qualche briciola.
È al presente che vogliamo guardare, ma non da semplici spettatori.

STEFANO ROSSO - LA BANDA DEGLI ZULU'



STEFANO ROSSO - LA BANDA DEGLI ZULU'

"Ecco la banda degli zulù"
dice la gente di sangue blù
"son tutti matti" qualcuno fa
e un altro dice " sarà l'età"
Son seduti alla fontana
non li vogliono nel bar
non consumano mai niente
e il barista non ci sta
"io c'ho famiglia nun se pò fa"

Chi suona il flauto, chi fa colletta, chi prede il sole e chi va di fretta,
qualcuno ha detto che la madama, fa una retata sulla fontana.
Dice "bimba è andata bene ho già fatto mille e sei"
due si baciano, uno canta all are ready want to do,
questa è la banda degli zulù.

Poi tramonta il sole e sono ancora la e qualcuno il sacco a pelo nn ce l'ha, dice susy "be venite su da me, è in crociera il vecchio e a casa posto c'è".

Poi c'è un terzetto che guarda il gruppo "ma guarda quello, ma quanto è brutto, e le ragazze che fanno schifo, che non si lavano nemmeno il viso, Ma il governo se un bel giorno cambierà, sai che bella fine fanno quelli la"
Poi si voltan, entran nel bar e prendon a bere: un magnaccia, un ladro e un contrabbandiere..

la la lalala.. la la lala

La barzelletta sull'ergastolo di Berlusconi

Nell'attesa dell'arrivo del Capo dello Stato all'inaugurazione dell'anno giudiziario, Silvio Berlusconi racconta una barzelletta ai presidenti delle Camere e ad alcuni magistrati:

- Dio è preoccupato per la degenerazione regnante sulla terra,e invia Gesù in missione.
Dopo 33 anni, però, suo figlio ancora non ritorna.
Passa qualche altro decennio e di Gesù nessuna traccia.
Dopo100 anni sente alle porte del paradiso un imprevisto "toc toc".
Dio apre le porte del Paradiso. "Papà" esclama Gesù.
"Figlio mio, che cosa è successo?
Ti aspettavo 60 anni fa".
E Lui: "Papà in terra è successo di tutto, non c'è più la pena di morte e mi hanno dato l'ergastolo".
(Fonte: Corriere della Sera sabato 30 gennaio 2010)

Signor Silvio Berlusconi, poche volte ho sentito una barzelletta di così pessimo gusto, forse perchè, per l'appunto, sono un ergastolano.
Forse lei non sa, se lo faccia spiegare dai suoi famosi e bravi avvocati, che in Italia esistono due tipi di ergastolo.
Uno normale, che ti da la speranza, ma non la certezza, un giorno di poter uscire, mentre con l'altro, l'ergastolo ostativo, non hai nessuna speranza se non passi il tuo ergastolo a qualcun'altro.
Io non so che tipo di ergastolo aveva il suo Gesù della barzelletta che ha raccontato, ma le assicuro che se aveva quello ostativo non sarebbe mai uscito se anche lui non avesse fatto come Giuda.
L'ergastolano ostativo per tornare ad essere un uomo libero può solo donare la sua vita alla morte.
Signor Silvio Berlusconi, raccontare barzellette sugli ergastolani è come ridere sui morti, perchè in Italia con l'ergastolo ostativo non c'è speranza.
E non hai scelta!
Hai solo la scelta di togliere la libertà ad un altro per avere la tua.
Signor Silvio Berlusconi, se siamo uomini non possiamo vivere senza speranza, solo gli animali ci riescono.
La criminalità organizzata non si sconfigge solo con il pentitismo, si sconfigge soprattutto con l'abolizione dell'ergastolo ostativo.
L'ergastolo è una pena di morte a gocce ed è sbagliato dire che assomiglia alla pena di morte perchè è molto peggio, in questo modo continui a vivere, ma smetti di esistere: ti lascia la vita, ma ti ammazza il futuro.
Signor Silvio Berlusconi, lo sa che cosa è la cosa più brutta della giornata dell'ergastolano?
Che domani inizia tutto daccapo, che sarà un giornata come ieri, come sarà domani e dopodomani, come sarà per sempre...
Un ergastolano ostativo non può fare altro che prepararsi a morire.
Signor Silvio Berlusconi, è già così dura la nostra vita, se può, non ci prenda per il culo raccontando barzellette sugli ergastolani.


Carmelo Musumeci
Carcere Spoleto febbraio 2010