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giovedì 11 febbraio 2010

Chiuse le comunità montane in Puglia, Pisanello d'accordo con Vendola

Il viceresponsabile regionale dell'Italia dei Diritti: "Il mio auspicio è che ora il Parlamento abolisca anche le Province, considerate la massima espressione dell'ente inutile"

Roma, 11 febbraio 2010 - Dopo la notizia che il Consiglio regionale pugliese ha approvato la chiusura definitiva di tutte le comunità montane, predisponendo un fondo di oltre due milioni di euro per il 2010, volto a pagare gli stipendi dei dipendenti in attesa di una ricollocazione presso altre strutture, Luciano Pisanello, viceresponsabile per la Puglia dell'Italia dei Diritti, commenta così:"Si tratta di un primo atto importante che deve essere accompagnato da altri, cercando di ridurre al minimo gli sprechi dell'intero apparato amministrativo. Le comunità montane sono enti farraginosi che si accavallano ai Piccoli Comuni, i quali permettono ai loro amministratori di ricoprire doppie e triple cariche con conseguenti benefici ai loro portafogli. Ovviamente - prosegue l'esponente regionale del movimento creato da Antonello De Pierro -, visto che la legge 3 dicembre 1971, n. 1102, concede la possibilità ai Comuni di costituirsi in comunità montane anche se sono in zona 'parzialmente montana', in alcuni casi è bastata la presenza sul territorio di conformazioni simili ad un cavalcavia per giustificarne l'appartenenza, come è successo a Palagiano, situato a soli 39 metri sul livello del Mar Ionio. È bene ora effettuare per i lavoratori di tali comunità una ricollocazione seria all'interno di altre strutture pubbliche, che forniscano veri servizi alla cittadinanza rendendo la Pubblica amministrazione una macchina più efficiente in grado di dare risposte più celeri al cittadino".

L'iniziativa del Governatore Nichi Vendola di sopprimere le comunità montane pugliesi, in alcuni casi sorte a causa della partitocrazia e della lottizzazione del potere, e spesso fonti di sperpero di denaro pubblico, può fungere da volano per tutta una serie di altri provvedimenti. "Il mio auspicio - chiude Pisanello - è ora quello di vedere l'eliminazione effettiva da parte del Parlamento anche delle Province, considerate la massima espressione dell'ente inutile".


Ufficio Stampa Italia dei Diritti
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Capo Ufficio Stampa
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Ho l'impressione che sul nucleare i candidati e i Presidenti di destra ci stiano prendendo per stupidi


Come da titolo credo proprio che i candidati di destra e chi è già Presidente di Regione di destra abbia preso la popolazione italiana come una popolazione per lo più idiota. Tutti vogliono il nucleare, tutti si dichiarano FAVOREVOLI (incluso Rocco Palese) ma nessuno la vuole nella propria Regione. Vi incollo un po di dichiarazioni recenti e sfido chiunque a dimostrare il contrario:
20 Gennaio 2010: Lombardo, Presidente Sicilia: "La Sicilia dice NO al Nucleare"

26 Febbraio 2009: Cappellacci, presidente Sardegna: "Niente centrali in Sardegna"

10 Febbraio 2010: Rocco Palese candidato alla Presidenza della Regione Puglia - "Dico sì al nucleare ma non in Puglia"

5 Febbraio 2010: Tondo, Presidente del Friuli Venegia Giulia (destra) - "Si al nucleare in Slovenia ma non in FVG"

29 Settembre 2010: Roberto Formigoni, candidato alla Presidenza della Regione Lombardia - "Si al nucleare ma non in Lombardia"

05 Febbraio 2010: Renata Polverini, candidata della destra alla Presidenza della Regione Lazio - "E' impensabile che si possano realizzare impianti nucleari senza il consenso delle regioni"

Ma ci hanno per caso preso per idioti? E se tutti sono favorevoli ma nelle Regioni degli altri allora dove si dovrebbero fare ste benedette centrali nucleari? Intanto nel dubbio c'è qualche certezza, la cartina sismica dell'Italia (bianco zona anti sismica, rosso zona sismica):



da GrandeSalento.org

Giù la testa !


Uno scandalo si abbatte sulla Protezione Civile. Guido Bertolaso rimette gli incarichi.

di Antonio Musella
Solidarietà a Guido Bertolaso !
Diciamolo subito, in modo da non renderci complici del Ros dei Carabinieri, che questa mattina all’alba hanno bussato a casa del mammasantissima del paese, Guido il commissario, Guido il sottosegretario, Guido il capomissione, per una perquisizione e per notificargli l’avviso di garanzia per corruzione per gli appalti de La Maddalena.

Se sei Bertolaso, un’attivista dei movimenti, un ultras colpito dalla repressione di Maroni, la repressione fa male a tutti….

Ma come non esprimere una certa soddisfazione per quel velo finalmente caduto sulla gestione dei grandi eventi in questo paese che hanno in Guido Bertolaso il regista unico.

L’inchiesta parte da Firenze dagli appalti nell’area di Castello che vedono inquisiti un pezzo consistente dell’ex giunta comunale democratica fiorentina da Domenici a Cioni fino a Biagini, e che vede gli interessi di speculatori ed affaristi su alcuni terreni di Salvatore Ligresti.
Si, state tranquilli, non e’ un dejavu’…
E’ proprio “quel” Salvatore Ligresti, quello che insieme a Citaristi oleava di tangenti Psi e Dc per avere gli appalti d’oro negli anni ottanta per le speculazioni edilizie. Da quel filone di inchiesta la mappa degli affari legati al mattone ed ai soldi pubblici ha portato i magistrati ad attraversare il Tirreno fino a giungere all’isola de La Maddalena dove Guido Bertolaso è stato il regista della realizzazione delle grandi opere che dovevano ospitare il G8 del 2009 poi spostato con un colpo di teatro da Silvio Berlusconi a L’Aquila dopo il terremoto. Centinaia di milioni di euro per realizzare alberghi, strutture recettive, parcheggi, centri congressi, appalti gestiti direttamente dalla Protezione Civile. Opere, realizzate, pagate profumatamente con soldi pubblici, e poi lasciate all’abbandono come in più di un’occasione ha denunciato L’Espresso con delle inchieste a più riprese che mettevano in evidenza il degrado delle opere appena realizzate. Il soggetto attuatore delle opere per conto della Protezione Civile era Angelo Balducci, ex vice di Bertolaso, sostituito qualche anno fa da Fabio De Santis. Balducci gestiva direttamente i rapporti con i costruttori, prendeva prebende, decideva chi costruiva e dove. Cattedrali nel deserto, esattamente come è stato per i mondiali di Nuoto di Roma, 400 milioni di opere pubbliche costruite ed abbandonate per decidere poi di svolgere i mondiali al Foro Italico su una piscina smontabile costruita sui campi di tennis…Una struttura per le gare, realizzata nei 400 milioni di cui sopra, lunga un metro e mezzo più del regolamento. Come non essere vicino all’allenatore della nazionale italiana di nuoto a cui i numeri del cronometro gli raccontavano di una squadra scarsissima. Balducci aveva messo su un vero e proprio sistema di interessi di cui Guido il commissario non poteva non essere a conoscenza. Soldi pubblici agli amici costruttori, personaggi di tangentopoli che ritornano e che rendono assolutamente evidente come la stagione della corruzione così come i suoi sistemi di attuazione e le loro “aree di interesse” non siano mai mutate nel nostro paese.

Certo Guido Bertolaso ha preso una brutta botta.

Forse se n’era andato un po’ di testa negli ultimi tempi, a causa forse dell’emozione precoce per gli affari che la Protezione Civile Servizi S.p.a avrebbe potuto fare con lui a capo. Il decreto 195 che tra le altre questioni vede anche la trasformazione della Protezione Civile in una s.p.a. è passato al Senato e probabilmente la prossima settimana andrà alla Camera per la trasformazione in legge.

Bertolaso cominciava a darsi anche delle arie da leader mondiale , “i grandi paesi non hanno fatto nulla e quello che hanno fatto lo hanno fatto male..” tuonava appena quindici giorni fa da Haiti criticando il governo americano per la gestione degli aiuti ai terremotati.
L’addetto stampa di Hillary Clinton faceva partire un comunicato in cui si parlava di “chiacchiere da bar dello sport..”, ma forse il segretario di Stato americano avrà pensato “ma chi è questo? Berto… che ?”.
Scuse di Berlusconi, autoflaggellazione di Frattini e tutto tornava sereno.
A qualcuno è sembrato di vedere anche Gianni Letta che dava dieci bacchettate sulle mani, come fanno i preti, al suo figliol prodigo.
Era eccitato Bertolaso anche dal primo compito della sua Protezione Civile S.p.a., la Louis Vuitton Cup in Sardegna la prossima estate, proprio per ridare un senso a quelle cattedrali nel deserto costruite dagli amici costruttori con il coordinamento di Balducci. La prima mossa era stata quella di dare in affidamento l’albergo che avrebbe dovuto ospitare gli otto grandi a La Maddalena. Era stato affidato al Gruppo Marcegaglia per la Louis Vuitton Cup. In un recente sopralluogo dopo le inchieste de L’Espresso, Bertolaso aveva sentenziato che le opere erano in perfetto stato, serviva al massimo un’ inbiancata alle pareti.

Emozionato, per il suo nuovo ruolo da regista dei più grandi affari di questo paese nella gestione dei fondi pubblici, le emergenze, le grandi opere, santificato e canonizzato da tutti…

Era emozionato Bertolaso ed ora forse è un po’ impaurito. Rimette tutti gli incarichi (per elencarli ci vorrebbe un papiro egizio…) ha fiducia nella magistratura ed è sereno che chiarirà che lui con quella brutta storia di corruzione a La Maddalena non c’entra nulla. Intanto il decreto 195 dopo il passaggio al Senato si avvia verso la Camera, il prossimo 18 febbraio sotto Palazzo Chigi i comitati campani, i vigili del fuoco, i terremotati dell’Abruzzo, i sindacati, le associazioni, grideranno il loro No alla costruzione della più grandi centrale di interessi speculativi del paese, la Protezione Civile S.p.a., chissà per quel giorno come gli assetti di potere avranno digerito lo scandalo.

Lui comincia a preoccuparsi, suda freddo, gli vogliono far saltare quello per cui tanto aveva lavorato in questi anni.

Giu’ la testa ! …..Coglione !

da GlobalProject

Chi vigila sul controllore?


Sarebbe importante che il luogo carcere diventasse spazio aperto per i giornalisti.
L’appello del giornale “Il Manifesto” e dell’Associazione Antigone per favorire l’accesso ai giornalisti in carcere è di fondamentale importanza.

La prigione è un mondo ignoto per tutti quelli che sono liberi: far conoscere ai cittadini l’inferno che i politici hanno creato e mal governato sarebbe vitale per portare la legalità in carcere.
Sarebbe importante che i giornalisti, e quindi i cittadini, sapessero degli abusi, dei soprusi, delle ingiustizie, dei pestaggi e delle violenze che accadono in carcere.
Sarebbe di grande interesse che i cittadini sapessero che la galera in questi ultimi anni è diventata uno spazio solo per “allontanare, emarginare, isolare e controllare” il disagio sociale.
Sarebbe importante che i cittadini sapessero che in carcere ci sono sempre meno delinquenti e sempre più emarginati, tossicodipendenti, barboni, extracomunitari e “avanzi sociali”.
Un carcere trasparente e aperto alla stampa, come qualsiasi luogo pubblico, ovviamente con delle regole, farebbe bene al carcere, ai detenuti e alla polizia penitenziaria, per affrontare le contraddizioni di questo “non luogo".
Rendere trasparente il luogo carcere farebbe bene alla democrazia.

In questi anni alcuni giornalisti, anche qualcuno della stampa estera, hanno cercato d’intervistarmi per il mio attivismo per l’abolizione dell’ergastolo e, anni fa, per essere stato uno dei promotori di una lettera al precedente Presidente della Repubblica, firmata di 310 ergastolani, per tramutare l’ergastolo ostativo in pena di morte.
Il Dipartimento Amministrativo Penitenziario ha sempre negato l’autorizzazione affinché qualsiasi giornalista mi potesse intervistare, come se non solo il mio corpo ma anche i miei pensieri fossero prigionieri dell’Assassino dei Sogni (come io chiamo il carcere).
Non molto tempo fa “ Tg3 Linea notte” mi aveva chiesto un’intervista, ma non ho saputo più nulla e ne deduco che anche stavolta il DAP non l’abbia autorizzata.
Le uniche interviste che ho potuto rilasciare, finora, sono state solo per iscritto.
Mi viene spontanea una domanda:
-Perché l’Assassino dei Sogni ha paura che si sappia com’è fatto, cosa fa e cosa pensa?
Spero che un giorno non lontano i giornalisti possano entrare in carcere per fare conoscere all’opinione pubblica quello che accade nelle prigioni di stato e per far sapere perché molti detenuti preferiscono suicidarsi che vivere. Ma questo ve lo posso dire anch’io: il carcere in Italia non ti toglie solo la libertà, ti toglie soprattutto la dignità, ti prende a calci l’anima, ti strappa il cuore e ti ruba quel poco d’amore che ti è rimasto dentro.

In questi nostri giorni, innocenti o colpevoli, tutti possono entrare in carcere, ed è meglio per tutti che si sappia quello che si può trovare dentro.

Carmelo Musumeci
Carcere Spoleto Febbraio 2010

Una spirale di violenza sta uccidendo il Messico


Il massacro di 16 adolescenti a Ciudad Juárez, il 30 gennaio, è l’ultima tragedia di una guerra che si sta combattendo in questa città senza legge del Messico, proprio davanti al confine statunitense, scrive Ed Vulliamy.

Il giornalista del Guardian racconta che il mese di gennaio è stato uno dei più violenti degli ultimi anni: “Cinquantanove omicidi durante la prima settimana, 227 alla fine del mese. Nel 2009 gli omicidi sono stati 2.657. Continuando di questo passo, quest’anno potrebbero essere di più”.

Ma no c’è solo Ciudad Juárez. Dallo stato del Sonora è arrivata tempo fa la notizia che dentro un’automobile abbandonata erano stati ritrovati i corpi fatti a pezzi di alcune persone. Teste e arti separati dal corpo e sparsi nel veicolo. Tempo prima, i pezzi del corpo di Hugo Hernández, 36 anni, erano stati trovati a Los Mochis, nello stato del Sinaloa.

“Nei mesi che ho passato al confine tra Messico e Stati Uniti per scrivere il mio libro ho continuato a farmi sempre la stessa domanda: che diavolo sta succedendo? Sono arrivato alla conclusione che non c’è una risposta definitiva. Siamo abituati a pensare che le guerre di oggi vengono combattute per ragioni etniche o ideologiche: huti contro tutsi, israeliani contro palestinesi, serbi contro croati, fascisti contro comunisti. Ma nel caso del Messico non è così. Le parti in causa non combattono per obiettivi di questo tipo. La maggior parte delle mutilazioni, delle decapitazioni, degli assassini e delle torture ruota intorno ai piccoli profitti del mercato della droga”. Se prima era un mezzo, ora la brutalità sembra essersi trasformata in un fine.

Come spiega Cecilia Ballí, non è una questione di soldi. Almeno non solo. “Chi commette queste violenza interpreta i suoi gesti come una performance sociale. Una dimostrazione di potere, di virilità. Per loro si tratta di farsi un nome, guadagnare posizioni nella loro personale graduatoria sociale”.

Mentre tutto questo succede, il resto della società sta a guardare: “Non c’è traccia di un movimento di rivolta contro i cartelli della droga. E i partiti politici non hanno mai contrastato davvero l’ascesa dei narcos. Le uniche speranze risiedono nella religione e nelle donne. Anche se la chiesa continua ad avere un atteggiamento ambiguo, sono tanti i preti che si oppongono alla situazione. Molti di loro sono morti. Lo stesso vale per le donne, che combattono una guerra quotidiana tra le mura domestiche”.

Nel 1988 il fotografo Julián Cardona e lo scrittore Charles Bowden hanno pubblicato un libro intitolato Juárez: The laboratory of our future. Il futuro è arrivato, sotto forma di una violenza di massa che ha come unico obiettivo lo spettacolo.

da Internazionale

Roma, Iqbal masih - La scuola che vogliamo: pubblica, laica e solidale!


Lettera della scuola Iqbal Masih di Roma - Cari genitori, le iscrizioni al prossimo anno scolastico sono aperte e nuovi bambini stanno per entrare all’Iqbal Masih. La Gelmini, con la circolare dell’8 gennaio scorso, ha fissato al 30% la presenza di alunni stranieri. E il comune di Roma, con l’assessore Marsilio, ha rilanciato indicando un tetto massimo di 5 alunni stranieri per ogni classe di scuola dell’infanzia comunale. Queste disposizioni che provengono dall’alto e indicano nei bambini e negli stranieri il problema delle scuole sono avvilenti e inaccettabili. E’ per questo che oggi vogliamo dire “Benvenuti”, “Welcome”, “Bienvenue”, a tutti i bambini che vogliano frequentare la nostra scuola, siano italiani, immigrati, rifugiati, rom.

E ci impegniamo come Consiglio di Circolo e Comitato di genitori ad accoglierli da qualsiasi parte del mondo provengano. Nessuno vuole classi di tutti italiani o di tutti stranieri. I nostri bambini sono già mescolati come lo è la realtà concreta del 2010 e seguendo parametri molto più importanti del colore della pelle: i più abili con chi ha bisogno di sostegno, i maschi con le femmine, quelli che vengono da Parigi con chi viene da Centocelle, chi fa religione con chi è esente, gli alti coi bassi, ecc. Fortunate sono le scuole che parlano più lingue, dall’arabo al cinese, dal somalo al portoghese.

Le dichiarazioni sul tetto del 30%, come quelle sul crocefisso, sul minuto di silenzio, sui grembiulini, sul menu etnico e il menu regionale, servono a nascondere il vero problema delle scuole: siamo vicini alla bancarotta. La sottrazione di risorse, il cuore di tutte le riforme, sta già cambiando in peggio la nostra scuola. Non ci sono più i soldi per gli arretrati delle supplenze, per le future supplenze, per i fornitori. Quando una maestra è assente i bambini vengono distribuiti in altre classi. Molte classi del tempo pieno stanno sparendo per i tagli dell’anno scorso. Avete visto i genitori in fila tutta la notte per l’unica classe di tempo pieno a Vigna Clara? Quello è un futuro che aspetta tutti. Come oscuro è quello che attende i nostri figli, invitati dall’età di 15 anni a uscire dal percorso formativo per entrare in un mondo del lavoro de-qualificato e sottopagato.

Noi lotteremo sempre per una scuola di qualità, pubblica, laica e solidale. Il nostro sentire comune ci fa dire no alle circolari razziste, che sono solo degli spot elettorali. La scuola ha bisogno di risorse economiche per il tempo pieno, per le biblioteche, i libri, per programmi informatici, per realizzare feste, incontri, mostre, favorire visite, gite, viaggi. Perché tutta la comunità sia in grado di capire meglio l’altro e uscirne arricchita. Benvenuti ai nuovi iscritti.

08.02.2010

Il Consiglio di Circolo della scuola Iqbal Masih, 126° Circolo didattico di Roma

Il Comitato dei Genitori

da Uniriot

Prima sentenza in Italia su marijuana a scopo terapeutico, il punto di Caporale

Il responsabile per la Sanità dell'Italia dei Diritti:" Non mi appare così complesso distinguere l'effetto benefico dall' abuso privato"

L'Aquila, 10 febbraio 2010 -Via libera dal tribunale di Avezzano alla somministrazione gratuita della marijuana per la cura della sclerosi multipla. Secondo il giudice Elisabetta Pierazzi, vista l'inefficacia dei farmaci prodotti in Italia proposti dai dottori, e in rispetto all'articolo 32 della Costituzione che sancisce il diritto del cittadino alla salute, è nei diritti del malato assumere senza costi alcuni un farmaco ricavato dalla cannabis e per questo prodotto al di fuori dai confini nazionali, per scopo medico e soprattutto per alleviare i dolori derivanti dalla malattia cronica.A tal proposito il responsabile per la Sanità del'Italia dei Diritti Manlio Caporale commenta: "La marijuana è comunemente considerata una droga, ma più precisamente lo sono anche il valium e la morfina. Quando però da essa è ricavato un farmaco che permette la cura di un degente, allora rientra perfettamente nella tipologia delle erbe medicinali. Lo scopo della scienza medica - prosegue l'esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - sta nel testare e proporre le sostanze idonee alla salvaguardia della persona nella pienezza della dignità e dei diritti personali. Non mi appare così complesso - conclude - distinguere l'effetto benefico in relazione all'efficacia farmacologica dall'abuso privato, aspetto opinabile che non può essere considerato quale deterrente per il progresso sanitario".


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