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venerdì 5 marzo 2010

LA PUGLIA PER LA SCUOLA - COSTRUIRE INSIEME

Per non dimenticare, durante la campagna elettorale, le problematiche della scuola, non certo irrilevanti in un momento caratterizzato da una decisa controriforma, e per conoscere e discutere le politiche scolastiche attuate dalla Regione Puglia, "Costruire insieme" invita tutti a partecipare all'incontro "La Puglia per la scuola" che si terrà martedì 9 marzo alle ore 18,00 presso il Chiostro di S. Antonio.
All'incontro parteciperà anche l'assessore regionale Gianfranco Viesti e lo scrittore e dirigente scolastico Antonio Errico.


Incontro dibattito
Nardò, Chiostro S. Antonio
Martedì 9 marzo 2010
Ore 18,00

Introduce e coordina
Rina Calignano coordinatrice associazione
“Costruire Insieme”

Intervengono
Gianfranco Viesti assessore regionale
diritto allo studio e sud
Antonio Errico dirigente scolastico
liceo A. Moro Maglie

Perché nelle carceri italiani ci si può togliere la vita ma non si può fare l’amore?

Nel Corriere della Sera di martedì 2 marzo 2010 ho letto che nel carcere di Bollate una detenuta è rimasta incinta da un detenuto.
Radio carcere sostiene che erano fidanzati e che si potessero vedere solo nell’aula scolastica dell’istituto.
La cosa mi ha fatto sorridere, perché fa tenerezza che in un luogo di sofferenza e dolore nasca l’amore e la vita.
Ho continuato a leggere l’articolo, ad un tratto ho smesso di sorridere.
-Il segretario del sindacato di polizia penitenziaria SAPPE, che ha denunciato l’accaduto, chiede che il ministro Alfano predisponga approfondimenti.
Incredibile!
Il carcere di Bollate, l’unico che in Italia funzioni e che applichi il principio rieducativo previsto dall’articolo 27 della Costituzione, fa scandalo perché i detenuti invece di ammazzarsi fanno l’amore.
Pazzesco!
Il segretario del sindacato di polizia penitenziaria invece di chiedere approfondimenti nei carceri dove si muore come mosche, (da gennaio dodici suicidi dietro le sbarre, al 26/02/2010) chiede approfondimenti nell’unico carcere dove non si è suicidato nessuno, ma è stata concepita una vita.
Tutti parlano e scrivono dei morti in zone di guerra in Afghanistan o in Iraq, ma nessuno ormai parla e scrive più dei morti in carcere in Italia.
Che strano paese è l’Italia: fa notizia che due detenuti invece di ammazzarsi fanno l’amore, ma nessuno scrive e parla del fatto che le persone che si sono tolte la vita nel nostro paese in carcere sono superiori ai soldati americani morti in Afghanistan o in Iraq.
Ricordo ai politici di questo nostro strano Paese che il desiderio d’amore è naturale e istintivo; che l’affettività è da sempre considerata un diritto fondamentale;
che la pena dovrebbe privare le persone soltanto della loro libertà;
che sono ormai tantissimi i Paesi nei quali sono permessi i colloqui intimi, persino paesi come l’Albania, considerato fanalino di coda dell’Europa;
che è disumano il divieto di dare e ricevere una carezza o un bacio dalla persona che ami;
che la mancanza di contatti intimi reca danni alla psiche e alla sfera emozionale;
che un individuo in carcere non perde il diritto di avere diritto;
che un carcerato resta un membro della famiglia umana: anche i detenuti, piangono, sorridono, si nutrono, respirano e pensano, eppure molti di noi non hanno rapporti intimi con le loro compagne da decenni.
Non è naturale questo modo di vivere: in carcere i detenuti non dovrebbero perdere il diritto di amare e di essere amati.

Perché nelle carceri italiani ci si può togliere la vita ma non si può fare l’amore?

Carmelo Musumeci
Carcere Spoleto marzo 2010

28 e 29 marzo Ci aspettano (ai seggi)


di Doriana Goracci
La salvezza attraverso la sofferenza? Bombardamenti Mediatici e Aree di Protezione crescono febbrilmente in queste giornate,dell’Urna.La parola dovrebbe essere chiara, nel suo significato funebre. Lasciateci lavorare: fino dai tempi dei garibaldini, hanno lavorato per loro, tutte e tutti. In una società basata sulla delega, ci scaricano addosso responsabilità e malcostume, corruzione e violenza.Vogliamo crescere, anche se l’età è raggiunta, fosse la prima dei 18 anni o la terza, prenderci tutta la responsabilità. Vogliamo emanciparci liberamente, vogliamo farlo senza ricatti e scambi di favori. Non ci saremo in quelle giornate del seggio: sono due giornate qualunque, senza maiuscola. Non abbiamo perso la memoria e viviamo nel presente: la nostra storia vede la Liberazione come un esercizio quotidiano. Non votiamo, non ci rechiamo all’Urna, non ci rendiamo complici con il nostro voto di nessun potere e partito. Giornate comuni, dove la storia la facciamo noi. NON VOTO, non votiamo, ieri oggi e dopodomani. Siamo attesi ai seggi? Anticipiamo l’Evento. Il voto è bandito.Non saremo mai complici.
Carriolate di Cordiali Saluti

“Da quando le persone corrotte si uniscono fra loro per costituire una forza poi le persone oneste devono fare lo stesso “ Lev Nikolaevič Tolstoj



da Reset-Italia

Eravamo in trecentomila

Tahar Lamri è uno scrittore algerino nato nel 1958. È in Italia dal 1987. Con il suo articolo si chiude la serie sulla giornata senza immigrati del 1 marzo.

Stefania Ragusa, presidente nazionale dei comitati Primo marzo 2010, fa il bilancio della prima giornata senza immigrati in Italia: “Si sono mobilitate almeno trecentomila persone e in moltissime aziende ci sono stati scioperi nel senso tradizionale della parola. Tutto questo ci riempie di gioia e dimostra quanto sia ancora viva, forte e avanzata la società civile italiana”.

Cristina Seynabou Sebastiani, del coordinamento nazionale dei comitati Primo marzo 2010, racconta che a Milano “alle 9.30, davanti a palazzo Marino, eravamo in 1.500. C’erano tantissime bandiere gialle e persone di tutte le provenienze. Almeno un migliaio venivano da aziende in sciopero. Alla sera circa 20mila persone si sono unite al corteo”.

Secondo Fernand Didier Manga, che era a Pordenone, la giornata è stata storica: “Per la questura eravamo 400. Ma abbiamo superato il migliaio. Il sit in è durato dalle 15 alle 20 ed è cominciato nel segno delle seconde generazioni con delle lezioni tenute all’aperto”.

Thierry Dieng, da Varese, incalza: “Nel territorio della Lega, un lunedì pomeriggio d’inverno siamo riusciti a mobilitare 500 persone. Il 70 per cento di loro veniva da paesi extraeuropei”. A Genova c’era il professore universitario Luca Guzzetti: “Eravamo circa cinquemila. Abbiamo fermato il traffico su via Gramsci, sotto alla sopraelevata che costeggia il porto, al grido di ‘Libertà!’”.

A Reggio Emilia le aziende in sciopero sono state dieci, sette a Parma, tre a Suzzara, oltre cinquanta a Brescia con un corteo di circa diecimila persone che ha attraversato la città. Un successo. Tahar Lamri

da Internazionale

PIERANGELO BERTOLI - EPPURE SOFFIA



PIERANGELO BERTOLI - EPPURE SOFFIA

E l'acqua si riempie di schiuma il cielo di fumi
la chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi
uccelli che volano a stento malati di morte
il freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte

un'isola intera ha trovato nel mare una tomba
il falso progresso ha voluto provare una bomba
poi pioggia che toglie la sete alla terra che è vita
invece le porta la morte perché è radioattiva

Eppure il vento soffia ancora
spruzza l'acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori li bacia e non li coglie

Un giorno il denaro ha scoperto la guerra mondiale
ha dato il suo putrido segno all'istinto bestiale
ha ucciso, bruciato, distrutto in un triste rosario
e tutta la terra si è avvolta di un nero sudario

e presto la chiave nascosta di nuovi segreti
così copriranno di fango persino i pianeti
vorranno inquinare le stelle la guerra tra i soli
i crimini contro la vita li chiamano errori

Eppure il vento soffia ancora
spruzza l'acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori li bacia e non li coglie

eppure sfiora le campagne
accarezza sui fianchi le montagne
e scompiglia le donne fra i capelli
corre a gara in volo con gli uccelli

Eppure il vento soffia ancora!!!