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lunedì 8 marzo 2010

Uomini ipocriti, non offendete le donne con le mimose


di Alessandro Consonni

8 Marzo la giornata più ipocrita dell’anno dove le DONNE, consenzientemente, subiscono dall’uomo lo sgarbo delle mimose !!!

Uomini ipocriti, se amate e rispettate le donne, risparmiate loro l’offesa delle mimose !!!

Il maschio che ogni giorno calpesta la dignità e l’onorabilità della DONNA attraverso scelte etico morali discutibili, leggi maschiliste, pubblicità oggetto, trasmissioni Tv dove si usa il corpo della donna per fare autitel, editoria che utilizza il gossip femminile per screditare uomini pirla, politica di tutti colori meno che ROSA, un Vaticano ottuso e chiuso alle Sue donne;
questo è ormai un mondo che UTILIZZA, SFRUTTA e RAGGIRA per 364 giorni dell’anno TUTTE le donne del mondo, poi pensa di sdebitarsi con un semplice e RIDICOLO mazzetto di mimose che, arricchisce solo il racket malavitoso del sommerso di poveracci IRREGOLARI che oggi, forse, guadagneranno qualche spicciolo in più, grazie a questa IPOCRISIA della festa della donna !!!

Cari maschi, forse la nostra donna, al posto della mimosa, che già domani puzzerà pure, magari preferirebbe se qualche volta cambiassimo il sacchetto dell’aspirapolvere, ci togliessimo le scarpe infangate prima di entrare in casa, portassimo il sacco della spazzatura in strada, pisciassimo il cane alle 23,30 di sera perché in fondo siamo stati noi ad imporlo, che le accompagnassimo qualche volta per vetrine, cedessimo il telecomando della tv il mercoledì di coppa, facessimo la pipì nel buco al posto che sull’asse, la stessimo ad ascoltare quando tenta di farcelo capire, ci accorgessimo che, l’orgasmo che esprime è l’imitazione dell’ultimo capolavoro di Muccino, che il mal di testa è solo sintomo di un disagio profondo, che la lavatrice è un elettrodomestico, la donna è una persona e non viceversa, che basterebbe semplicemente dire ogni tanto, TI VOGLIO BENE, o chiedereLe, COME STAI cara, tutto bene???

Uomini, buttate la mimosa e non offendete le donne offrendola loro!!!

Amici uomini, se non sapere dire alle DONNE quanto le volete bene, è di per sé grave, ma se almeno avete un minimo di RISPETTO, per loro che vi sopportano, buttate subito le mimose che avete comperato al semaforo dal magrebino di turno!
Alle donne che fingete di rispettare, offrite questa riflessione di Gabriel Garcia Marquez,
rifiorirà a lungo nel loro animo !!!

Uomini, leggetela pure Voi, forse, Vi accorgereste che il mondo per essere migliore, dipende da noi uomini!

Alessandro Consonni

Estratto da:

Dio mio, se io avessi un pezzo di vita…

Agli uomini dimostrerei quanto si sbagliano al pensare che smettono
d’innamorarsi quando invecchiano, senza sapere che invecchiano
quando smettono d’innamorarsi!

A un bambino darei le ali, ma lascerei che da solo imparasse a volare.
Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con l’oblio.

Tante cose ho imparato da voi uomini… Ho imparato che tutti quanti
vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità
risiede nella forza di risalire la scarpata.

Ho imparato che quando un appena nato stringe con il suo piccolo pugno,
per prima volta, il dito del padre, lo racchiude per sempre.

Ho imparato che un uomo ha diritto a guardarne un altro dall’alto
solo per aiutarlo ad alzarsi.

Sono tante le cose che ho potuto apprendere da voi, ma in verità a molto
non avrebbero a servire, perché quando mi metterete dentro quella borsa,
infelicemente starò morendo. Di’ sempre ciò che senti e fai ciò che pensi.

Se sapessi che oggi sarà l’ultimo giorno in cui ti vedrò dormire,
ti abbraccerei forte e pregherei il Signore affinché possa essere il guardiano della tua anima.

Se sapessi che questa è l’ultima volta che ti vedo uscire dalla porta,
ti abbraccerei, ti bacerei, e ti richiamerei per dartene ancora.

Se sapessi che questa è l’ultima volta che ascolterò la tua voce,
registrerei ogni tua parola per poter riascoltarla una ed un’altra volta
all’infinito.

Se sapessi che questi sono gli ultimi minuti in cui ti vedo ti direi
“ti amo” senza assumere, scioccamente, che lo sai di già.
Sempre c’è un domani e la vita ci da un’altra opportunità per fare bene le cose, ma se sbaglio e oggi è tutto ciò che mi resta, mi piacerebbe dirti che ti voglio bene, e che mai ti dimenticherò.

Il domani non è assicurato a nessuno, giovane o vecchio.
Oggi può essere l’ultimo giorno che vedi coloro che ami.
Perciò non aspettare più, fallo oggi, perché se il domani non dovesse mai arrivare, sicuramente lamenterai il giorno che non hai preso tempo per un sorriso, un abbraccio, un bacio, e che sarai stato troppo occupato per concedere un ultimo desiderio.

Mantieni coloro che ami vicini a te, di loro all’orecchio quanto ne hai bisogno, amali e trattali bene, prenditi tempo per dirgli “mi dispiace”, “perdonami”, “per piacere”, “grazie”, e tutte le parole d’amore che conosci.

Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri segreti.

Chiedi al Signore la forza e la saggezza per saperli esprimere;
e dimostra ai tuoi amici quanto t’importano.

Gabriel Garcia Marquez

Genova G8.A Bolzaneto ci fu tortura. Ora tocca alla “macelleria” alla Diaz


Ma allora a Bolzaneto ci fu tortura? Certo che sì, ma in Italia non c’è una legge sulla tortura...

di Giuliano Giuliani
Quella macchietta del leghista Castelli, quando era, si fa per dire, ministro della giustizia, ne propose una che prevedeva il reato solo in caso di reiterazione: cioè, se usi una volta le pinze, un’altra l’elettricità, un’altra ancora l’imbuto, non è tortura; se invece sei privo di fantasia, e le pinze le usi due volte, cioè reiteri, allora incorri nel reato.

La macchietta per fortuna non fu ascoltata, ma comunque il reato non è ancora previsto in Italia, unico fra i paesi cosiddetti civili (ma l’Italia ne fa ancora parte?). E allora a Bolzaneto si è potuto parlare di abuso, falso ideologico, maltrattamenti: reati che comportano pene di durata certamente inferiore a quella prevedibile per la tortura, e quindi soggetti alla prescrizione, i cui tempi sono stati ridotti con una delle tante leggi ad personas prodotte per salvare i delinquenti di pregio.

Quindi reati prescritti. Ma come nel caso Mills, con buona pace di Minzolini, il reato c’è stato e la condanna, civile, anche, tanto che i 44 imputati, gran parte dei quali erano invece stati assolti in primo grado, dovranno risarcire le parti offese, cioè decine di ragazze e ragazzi costretti a subire maltrattamenti disumani e vergognosi nella caserma lager. Quanto al risarcimento, per gli incapienti (solo per loro?) subentreranno i ministeri competenti, cioè noi che paghiamo le tasse. Ma questo, che succede normalmente in questo povero paese, è perfino secondario rispetto al valore della sentenza, che è stata, è il caso di ripeterlo alzando la voce, di condanna per tutti gli indagati.

Adesso aspettiamo l’altra importantissima sentenza di appello, quella relativa alla macelleria messicana della scuola Diaz e agli imbrogli e alla falsificazione delle prove che hanno visto protagonisti tutti i più alti vertici della polizia. E’ attesa per aprile.

Più avanti nel tempo, si attende anche il definitivo pronunciamento della Grande Chambre di Strasburgo sul ricorso che la famiglia ha presentato rispetto alle circostanze nelle quali si è verificato l’omicidio di Carlo Giuliani. La sentenza della prima Corte, che pure ha accolto il ricorso circa il mancato espletamento da parte del governo italiano di tutte le procedure che avrebbero potuto portare all’accertamento della verità, aveva invece respinto quello relativo all’uso di armi letali nel corso di manifestazioni e al mancato riconoscimento delle responsabilità che sono state all’origine dei tragici avvenimenti del 20 luglio 2001.

da Indymedia

GLI “IMPRESENTABILI”… - FORMIGONI ED ERRANI: “INELEGGIBILI” MA CANDIDATI! - LA REGOLA: COSA PREVEDE LA LEGGE?

Gaspare Serra ci invia un articolo in cui (legge 165 del 2004 alla mano) denuncio l’irregolarità delle elezioni venture in Lombardia ed Emilia Romagna.
E non (per inteso…) a causa di presunte irregolarità “formali” nella presentazione delle liste, bensì per il palese raggiro del “divieto di terzo mandato consecutivo” previsto per i governatori delle regioni.
La cosa che più “indigna”, tra l’altro, è l’assordante silenzio (della politica e dei mass media) sulla vicenda: pare, anzi, che Pdl e Pd mostrino un “interesse comune” a non denunciare pubblicamente la questione!

di Gaspare Serra
A seguito della legge costituzionale n.1 del 1999 (che introdusse, per le regioni ordinarie, l’elezione diretta dei presidenti di regione), la legge quadro dello Stato n. 165 del 2004 ha fissato alcuni “principi generali” cui le regioni sarebbero state vincolate nel rinnovare la propria legislazione elettorale.
Tra questi, vi è il principio della “non immediata rieleggibilità”, allo scadere del secondo mandato, del presidente della giunta regionale eletto a suffragio universale e diretto (in pratica, un “divieto di terzo mandato” consecutivo per i governatori).

Due sono i punti più “controversi” di tale normativa:
I- tale principio è “direttamente applicabile” (a prescindere dall’emanazione di una conforme legge regionale)?
II- inoltre, lo stesso deve intendersi “retroattivo” (nel novero dei mandati consecutivi, dunque, devono ricomprendersi anche quelli precedenti l’entrata in vigore della legge n. 165 del 2004)?
Pur essendo vero che il legislatore statale non si è espresso in maniera inequivoca, la risposta comunemente data dal mondo giuridico-accademico è, però, positiva ad entrambi i quesiti.

E’ vero, infatti, che la legge del 2004 rinvia, per la “disciplina di dettaglio”, alla legislazione regionale (che, colpevolmente, in alcune regioni, tra cui Lombardia ed Emilia Romagna, non è ancora stata emanata), ma i maggiori costituzionalisti si sono espressi in favore della “diretta applicabilità” del principio su esposto.
Se così non fosse, del resto, si otterrebbe il risultato paradossale:
- di vincolare le regioni “solerti” (nell’approvare una nuova legislazione regionale) a dare immediata applicazione alla legge dello Stato;
- e di premiare, di contro, le regioni “inadempienti” (lasciandole libere di violare apertamente un “principio fondamentale” sancito da una legge dello Stato)!

Gli esperti, inoltre, concordano nel sostenere la “retroattività” del divieto.
Per far scattare il “vincolo del doppio mandato”, quindi, occorre tenere conto:
- non solo dei mandati vigenti (o successivi) al momento dell’entrata in vigore della legge n. 165 del 2004;
- bensì anche di tutti quelli “immediatamente precedenti” all’entrata in vigore della legge.


QUANDO LA POLITICA SI PONE “AL DI SOPRA DELLE LEGGI”…

Cosa sta avvenendo, invece, in Lombardia ed Emilia Romagna (come per “par condicio”, la prima roccaforte di Silvio Berlusconi, la seconda storica “regione rossa”)?
In Lombardia Roberto Formigoni, che governa la regione dal 1995 (ossia da ben 15 anni e tre mandati consecutivi), è ricandidato per la quarta volta successiva alla presidenza della regione.
In Emilia Romagna, invece, Vasco Errani, che presiede la regione dal 1999 (ossia da 11 anni), è ricandidato per la terza volta consecutiva!
Tutto questo:
- nel più palese “dispregio della legge” (che rende “ineleggibili” entrambi i candidati, come dichiarato da Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale);
- e nel più comodo “silenzio bipartisan” da parte degli schieramenti avversi (sembra quasi che il centrodestra e il centrosinistra abbiano siglato un tacito “accordo di non belligeranza”, avendo interesse comune a non denunciare pubblicamente la questione!).

Il problema che ciò solleva riguarda il funzionamento stesso di una democrazia moderna.
Ossia, può il mero consenso elettorale (la “sostanza” di una democrazia):
- derogare impunemente alle “forme” (introdurre deroghe alla legge “non previste dalla legge”)?
- E, dunque, legittimare candidature di per sé “illegittime”?

Questa “anomalia” si trasforma in “paradosso” nel caso del Pd, forse l’unico partito in Italia ad avere uno statuto che (all’art. 22) afferma testualmente che “gli iscritti al Partito Democratico non possono ricoprire una carica monocratica di governo o far parte di un organo esecutivo collegiale per più di due mandati pieni consecutivi (o per un arco temporale equivalente)”.
Uno statuto, evidentemente, democratico ma ampiamente “violato” (visto, tra l’altro, che lo stesso documento stabilisce per i parlamentari del Pd un limite di tre mandati consecutivi, anch’esso vistosamente sottoposto a “deroghe impreviste”: si veda il caso dell’on. Massimo D’Alema).

Il paradosso, poi, diventa “bizzarria” nel caso dei Radicali:
- pronti a presentare ricorso in Lombardia contro la candidatura di Formigoni (proprio avversario politico);
- ma incomprensibilmente “silenti” sui vizi della candidatura di Errani (sarà, forse, per compiacere il Pd dopo che lo stesso ha accettato la candidatura di Emma Bonino nel Lazio?).

In un Paese normale:
- tali candidature avrebbe suscitato una sentita reazione indignata da parte, prima ancora che dei cittadini, degli stessi esponenti dei partiti e dei loro militanti;
- e le leggi dovrebbero prevalere sul mero “consenso” (o, tanto più, sui sondaggi), poiché espressione di un Parlamento chiamato proprio a dar “forma legislativa” al consenso liberamente espresso dai cittadini nelle urne!
In Italia, invece, le cose funzionano diversamente, prevalendo:
- sia un comune disprezzo per le regole, per le formalità e per i controlli (la “deroga” è l’unica vera regola, mentre la legalità l’eccezione!);
- sia una generalizzata esaltazione della funzione “auto-legittimante” del consenso elettorale, capace di prevalere finanche sulle leggi dello Stato o sulle decisioni della Magistratura (il voto popolare è regolarmente utilizzato come “colpo di spugna” con cui sanare irregolarità o mascherare misfatti e cattivi costumi!).

La vera “anomalia politica italiana”, dunque, è il mancato rispetto delle regole, quasi “per principio!
E, purtroppo, le recenti “peripezie” nella presentazione delle liste Polverini nel Lazio e Formigoni in Lombardia (con conseguente “decreto salva irregolarità”) rappresentano solo l’ennesima ulteriore conferma…


Gaspare Serra