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mercoledì 31 marzo 2010

PRIMA E DOPO DI LEI IL BUIO…


di Angelo Cleopazzo


Nella mia testa è come se la storia non fosse andata avanti: la storia d’Italia, quella del suo sviluppo, è rimasta ferma lì alle stragi, agli anni di piombo, alla Gladio..;
Nardò e la sua storia sono ferme al palo, quel palo è Renata.
Come se su piani differenti le chiavi segrete del nostro avvenire siano da una parte le verità sulle stragi e su quegli anni, e dall’altra le verità sull’uccisione di Renata Fonte. Ecco, secondo me, senza far luce una volta per tutte su questi accadimenti non ci sarà futuro per le giovani generazioni. Senza verità è un futuro di menzogna e non è il mio.
Studiando la storia recente di Nardò, vivendoci poi, hai come la sensazione che in questo paese gli esempi di vita onesta siano sempre come quello delle lucciole. Spesso penso che prima di Renata e del suo impegno pubblico la scena politica neritina fosse buia e che quella che vien dopo il suo assassinio sia stata tetra. Oggi se ci guardiamo, noi neritini dobbiamo forse solo vergognarci!
E’ da anni che votiamo gente malavitosa o legata al malaffare: votiamo per il ricatto, per il favore, per un bicchiere d’acqua…
Chissà che cosa penserebbe adesso Renata della nostra natura, di quanto sia decaduta!
Ma è anche vero che in mezzo a questo buio “Fitto” cresce la speranza di un migliaio di persone di liberare Nardò dalla tenebra del Medioevo in cui dimora.
Credo che con la forza degli onesti e dei giusti, con la luce della verità Nardò si possa ancora liberare dalle sue ataviche catene.
L’esempio tuo Renata, non sarà vano, è la molla che ci spinge verso una rivoluzione morale che renderà giustizia a te e al nostro paese.

E pur si muove!


di Vincenzo Renna
Care compagne/i,

prima di tutto credo sia un piacere godersi la vittoria del grande Nichi, che passa dalle facce pulite di tutti i candidati di sinistra e libertà, la nostra Claudia in primis, ma anche di quelle dei nostri eletti, che prima ancora di essere craxiani, sono delle persone, che hanno sposato la nostra causa e che ci rappresenteranno nel parlamentino della Puglia..E quindi Forza compagni... aiutateci a crescere nella nostra società...

Ancora una volta, grazie a Claudia Raho che in questa difficile fase genetica di un nuovo ciclo ha profuso e sta profondendo con la sua persona e con la sua Faccia tutta se stessa in un percorso di politica nuova in una città "singolare" come la nostra Nardò.

Parto però dalle considerazioni di disvalore, che potrei chiosare con una battuta interrogativa "MA SE IL MONDO E' DI DESTRA , NOI CHE COSA ABBIAMO FATTO DI MALE PER NASCERE DI SINISTRA?" per quanto condivisibili sotto traccia, ma molto sotto, mi portano a fare una supplica per l'avvenire. Ma perchè dobbiamo credere che tutto sia già deciso, segnato fatto? Che ormai non ci resti che procedere all'infinito in automatico, senza mutamenti di rotta, seguendo le indicazioni del navigatore satellitare?Perchè dovremmo credere che ciò che vale oggi sia definitivo e irrevocabile, che oltre e altrove non si potrà più andare?
Il passato sembra essersi volatilizzato, il futuro si è automatizzato, c'è il tentativo da parte di taluni di privarci di entrambi per sottometterci al presente. Possiamo modificare (forse) il passato ma non il futuro. Possiamo pentirci del passato ma non possiamo mutare il futuro. Attenti! Vogliono liberarci dal passato; liberiamo invece il futuro, lasciamolo libero di andare....
Nichi è l'esempio vivente del nuovo che interviene nel presente e libera il futuro... di una rivoluzione gentile e democratica, mi sembra di sentire il profumo del '68 senza l'olezzo dei lacrimogeni sparati dai Celerini proletari sugli universitari figli della borghesia - in un ossimoro di valori e disvalori che ha sempre caratterizzato la nostra democrazia..

Non sarei né vitalista né nichilista ma "nascista" cioè proteso a nascere e rinascere a fondare e generare. Nichi ci sta insegnando, a me prima di tutto, che è possibile il cambiamento, si può osare a rimettere in discussione, non con il lamentoso tono dei reazionari o la riprovazione sottovoce dei moderati, le intoccabili certezze di questo tempo, i suoi santuari cadaveri e le sue finzioni obbligate. Qualcuno che assalti il nuovo potere (Berlusconismo - Dalemismo) con smalto e slancio, non curandosi di quel che si può dire e di quel che non si può dire, soprattutto, con la cultura dell'ascolto e dell'accoglienza, soprattutto mettendo insieme idee ed esperienze opposte, (per l'appunto da Tedesco Jr a Raho) separando parentele false ed innaturali. Qualcuno che faccia cadere il castello di carte, che faccia saltare il presepe dei media ed il suo gergo, il suo manierismo sciroccato ora c'è si chiama NICHI VENDOLA.... esultiamo per favore....esultiamo ... !


Ora consentitemi di togliermi un sassolino.. ora consentitemi di ricordare a me stesso in ogni iniziativa che faremo che noi siamo il partito del Presidente Vendola, di chi fa nascere le idee di una politica nuova, di chi la produce nelle sue fabbriche e dalle fabbriche dobbiamo farle arrivare nella società, sul mercato..nelle famiglie...

La società è complessa è contaminata da tanti fattori esperienze passioni giuste o sbagliate che siano, sta alla politica fare in modo di ricercare strategie tali che migliorino le condizioni di vita di tutti preservando garanzie e diritti! ergerci in una dimensione superiore e giudicare ora tizio ora caio non produce, a mio modesto avviso, alcun risultato...il Manicheismo o uno sguardo moralizzatore su ogni cosa che accade al di fuori del nostro recinto ci porterà a chiuderci in noi stessi è un errore che oramai non è consentito correre.

Dobbiamo rafforzare l'immagine di Nichi ne ha bisogno Nardò la Puglia ed il Paese tutto.. dobbiamo sforzarci di credere che cambiare è possibile, che chiamarsi Tedesco o essere stati craxiani non è un peccato originale non è una marchiatura indelebile, che contano le condotte gli obiettivi e i valori e chi crede nei nostri valori alla nostra piattaforma politica è ben accolto sempre ....

Buon lavoro e grazie a tutti.

IL “LEGHISMO” CHE AVANZA, IL “BIPOLARISMO” CHE MUORE…

REGIONALI 2010: ANALISI DEL VOTO E POSSIBILI PROSPETTIVE…

REGIONALI 2010: DATI PRESENTI E PROSPETTIVE FUTURE…

di Gaspare Serra
Concluso lo spoglio delle ultime schede elettorali quello che sconcerta di più è come tutti i protagonisti della scena politica italiana rivendichino ragioni per cantar vittoria, comparando dati elettorali magari incomparabili (elezioni regionali, politiche ed europee) purché favorevoli alla propria parte.
Tagliando corto sulle fantasiose interpretazioni politiche dei numeri elettorali, l’unico vero dato incontestabile è che queste ultime elezioni regionali (così come le precedenti elezioni Europee ed, ancor prima, Politiche) sono state vinte dal centrodestra, che ha fatto incassare al centrosinistra l’ennesima pesante “batosta” elettorale!
E’ alquanto surreale che il Pd cerchi ancora caparbiamente di arroccarsi dietro alla fredda somma delle regioni mantenute.
La “sostanza politica”, infatti, è che, nonostante 7 regioni su 6 siano state mantenute dal centrosinistra, le regioni Piemonte, Lazio, Campania e Calabria (le quattro strappate dal centrodestra al centrosinistra) rappresentano, da sole, più elettori delle 7 regioni aggiudicate dal centrosinistra, inoltre, nel complesso delle 20 regioni italiane, oggi il centrodestra governa circa 42 milioni di Italiani su un totale di 60 milioni!

Oltre ogni aspettativa, le elezioni amministrative svoltesi hanno espresso alcune indicazione chiare ed inequivocabili:

I- la Lega Nord è l’unica forza politica che più che vincere “stravince”, conquistando, per la prima volta nella sua storia, non una bensì due regioni (di cui una, il Piemonte, sorprendentemente strappata al centrosinistra, nonostante il rafforzamento della coalizione tramite l’appoggio dell’Udc) ed avanzando ulteriormente al centro Italia (imbarazzanti per la Sinistra i risultati ottenuti dalla Lega in Emilia Romagna).
Nel centrodestra, dunque, si è imposto il modello di governo della Lega, a discapito della leadership indiscussa del Premier, per il quale Umberto Bossi sarà un alleato si fedele ma sempre più ingombrante.
E il merito di tale successo è probabilmente addebitabile all’indiscutibile chiarezza dell’offerta politica proposta dalla Lega agi elettori: slogan chiari ed efficaci e coerentemente perseguiti.

II- il Pdl sostanzialmente “tiene” (resiste agli attacchi e alle delegittimazioni del proprio “leader maximus” provenienti trasversalmente sia dall’opposizione, sia dal proprio interno -dal Presidente Fini-, sia dalla Magistratura).
E’ strumentale comparare il minore risultato conseguito a livello nazionale dal Pdl rispetto ai dati delle scorse elezioni Europee o Politiche.
Alle precedenti elezioni, difatti, non erano presenti le liste civiche collegate ai candidati presidenti di Regione (destinate a sottrarre voti al principale partito di coalizione) ed era presente, inoltre, la lista del Pdl nella Provincia di Roma (la cui mancata presentazione ha fatto perdere circa 1 milioni di voti, pari a 3 punti percentuali su scala nazionale).
Berlusconi, dunque, ha vinto il referendum sulla sua persona in cui ha trasformato la campagna elettorale.

III- Il Pd, per l’ennesima volta, è il vero grande sconfitto, perdendo sia voti su scala nazionale (in Veneto e Lombardia è il terzo partito) sia importante regioni fino ad oggi governate dallo stesso (Piemonte, Lazio, Campania e Calabria).
Vince in Puglia, inoltre, grazie allo straordinaria forza personale del leader indiscusso di ciò che resta della Sinistra italiana, Nichi Vendola, capace di conquistare più voti della propria coalizione.
Anche questa vittoria, però, può leggersi come una mezza sconfitta della linea politica del Pd, visto che la candidatura del governatore Vendola è stata fortemente osteggiata dallo stesso Pd fino a due mesi fa ed ha sconfessato la strategia dei d’alemiani pugliesi di trasformare la Puglia in un laboratorio politico per costruire un’alleanza programmatica con l’Udc.

IV- L’Idv si conferma l’unico partito del centrosinistra capace di incrementare i propri voti, probabilmente “cannibalizzando” il consenso dell’alleato Pd.

V- L’Udc si mantiene una forza politica di nicchia (con un elettorato stimabile intorno al 5%), capace però di sopravvivere giocando a tenere in mano “l’ago della bilancia” nelle regioni più incerte.

VI- Il nuovo “Movimento 5 Stelle” di Beppe Grillo, infine, tra le 5 regioni in cui si è presentato, ottiene un risultato clamoroso in Emilia Romagna (il 6%) ed in Piemonte (quasi il 3%, comunque determinante per la sconfitta dell’ex governatrice Mercedes Bresso), raccogliendo un voto di protesta proveniente soprattutto dall’area del centrosinistra.

Riassumendo, mentre la coalizione di centrodestra “avanza” (grazie alla forza trainante della Lega), in controtendenza sia rispetto al resto d’Europa (dove le ultime elezioni greche e francesi hanno premiato la Sinistra) sia rispetto alla tradizione consolidata per cui le elezioni di medio termine si trasformano sempre in un “boomerang” per il Governo nazionale (così è stato per il centrodestra nelle Regionali del 2000 e per il centrosinistra per le regionali del 2005), la coalizione di centrosinistra “regredisce”, e ciò per la debolezza ormai atavica di quello che è nato per essere il partito a “vocazione maggioritaria” e pilastro portante del centrosinistra, ossia il Pd.
Spesso, tra l’altro, si enfatizzano i contrasti interni al centrodestra tra i due cofondatori del Pdl, Berlusconi e Fini, tralasciando di ricordare, invece, che uno dei due cofondatori del Pd insieme a Piero Fassino, Francesco Rutelli, a queste elezioni si è presentato fuori dal Pd e con un proprio partito!

In ultima analisi, queste elezioni rappresentano la “morte” definitiva del bipolarismo (già duramente “azzoppato” dopo le ultime elezioni Europee).
Per l’ennesima volta, difatti, gli elettori hanno premiato le forze politiche più estreme e radicali (Lega ed Idv), frantumando il proprio voto e penalizzando le forze maggiori dei due schieramenti (Pdl e Pd), inoltre l’astensionismo si conferma il primo grande partito del Paese, che ha ormai raggiunto il 36% dei “non votanti” (essendosi recati alle urne solo il 64% degli aventi diritto al voto contro il 72% delle precedenti Europee, dato più che allarmante in un Paese con una forte propensione al voto come l’Italia!).
Il fatto che gli astenuti abbiano coerentemente penalizzato sia il centrosinistra che il centrodestra (significativo il dato del Lazio, dove i numeri degli astenuti lasciavano prevedere una sconfitta della Polverini), infine, conferma come il forte astensionismo sia la “cartina tornasole” di un Paese profondamente insoddisfatto sia della classe politica che lo governa che della capacità riformatrice di questo “bipolarismo”, incapace (dal ‘94 ad oggi, in pratica dalla discesa di Berlusconi in campo) di garantire quel rinnovamento a lungo auspicato.

La mia previsione è che questo bipolarismo “morente” (o “malato”, oramai quasi sinonimo del “berlusconismo”) è destinato ad avere una vita breve, collegata a stretto filo alla sopravvivenza politica del Cavaliere.
Non appena Silvio Berlusconi deciderà di farsi da parte, dunque, arriverà il momento in cui le carte in gioco saranno destinate a stravolgersi profondamente (il quadro politico sarà profondamente diverso da quello attuale, e mieterà tra le prime vittime proprio il Pdl ed il Pd): il partito emergente (che, probabilmente, deve ancora nascere…) sarà quello che riuscirà a raccogliere i frutti dell’astensionismo, conquistando il voto di molti di coloro che oggi esprimono con la scelta di non votare disillusione e “disaffezione” nei confronti della politica.

Per Carmelo: i miei non auguri di Pasqua ad un amico ergastolano


Vorrei poterti dire “Ti capisco” ma sarei ipocrita perché anche se mi sforzo non potrò mai capire appieno la tua sofferenza.
Non posso capirla perché non sono in carcere da 20 anni come te,
non posso capirla perché non ho mai avuto le manette ai polsi come te,
non posso capirla perché non ho mai preso le botte che hai preso tu,
non posso capirla perché non ho preso i calci e i pugni che hai preso tu,
non posso capirla perché non ho mai preso gli insulti e gli sputi che hai preso tu,
non posso capirla perché non sono mai stata all’Asinara come te,
non posso capirla perché non sono mai stata tra gli escrementi di topi come te,
non posso capirla perché non sono mai stata nella cella liscia come te,
non posso capirla perché non sono stata in 41 bis come te,
non posso capirla perché non ho mai parlato ai miei cari da dietro ad un vetro come te,
non posso capirla perché non ho mai patito la fame e il freddo come te,
non posso capirla perché non ho mai dovuto fare lo sciopero della fame per ottenere una cosa che mi spettava di diritto come hai dovuto far tu,
non posso capirla perché non sono mai stata in isolamento come te,
non posso capirla perché la sera nessuno mi chiude in faccia un blindato come invece fanno con te,
non posso capirla perché mai un magistrato mi ha rifiutato un permesso dopo 20 anni come invece è accaduto a te,
non posso capirla perché non ho vissuto rinchiusa in una cella stretta come invece vivi tu da 20 anni
non posso capirla perché io non sono crocefissa alla croce dell’ostatività da 20 anni come te.

Per questo, in occasione di questa Pasqua non ti faccio nessun augurio Carmelo, amico della mia anima e del mio cuore
In occasione di questa Pasqua voglio fare un augurio a me stessa.
Che questa Pasqua sconfigga il mio egoismo e mi apra il cuore a te e alla tua sofferenza
Che questa Pasqua distrugga la mia pigrizia e mi dia la forza di lottare ancora di più per te e con te.
Che questa Pasqua mi apra gli occhi e mi faccia comprendere nell’intimo la tua tristezza, i soprusi che patisci ogni giorno, la tua croce, il tuo giogo, il tuo lungo calvario, le tue stimmate, le tue catene.


Ti voglio bene mille,

Mita

(Pasqua 2010)

BOB MARLEY



Franca Rame : "Chiedo le dimissioni del papa"


Perchè chiedo le dimissioni di Papa benetto XVI? Il futuro papa Benedetto XVI, quando era arcivescovo di Monaco, era al corrente del trasferimento in un'altra parrocchia di padre Peter Hullermann, già accusato di pedofilia.

Sono le nuove accuse pubblicate oggi sul sito del New York Times, all'indomani dell'inchiesta sui suoi presunti silenzi sul caso di un prete americano. Secondo il giornale americano, che cita due prelati, il cardinale Ratzinger "era stato messo a conoscenza che il prete, che lui stesso aveva approvato fosse mandato in terapia per curarsi dalla pedofilia, sarebbe invece tornato a un lavoro pastorale a pochi giorni dall'inizio del trattamento psichiatrico. Il prete - prosegue il quotidiano - fu poi dichiarato colpevole di aver molestato ragazzini in un'altra parrocchia".Nelle scorse settimane un comunicato delle arcidiocesi di Monaco e Frisinga aveva attribuito la piena responsabilità della decisione che permetteva al prete di riprendere l'incarico pastorale all'allora vice di Ratzinger, reverendo Gerhard Gruber. "Ma una nota - scrive il New York Times - la cui esistenza è stata confermata da due prelati, dimostra che il futuro papa non solo gestì un incontro il 15 gennaio del 1980, in cui fu approvato il trasferimento del prete, ma fu anche informato della riassegnazione del prete" a un'altra parrocchia. "Quale ruolo Ratzinger abbia avuto nel prendere la decisione e quanto interesse abbia mostrato nel caso del prete pedofilo, che aveva molestato numerosi ragazzini nel suo precedente incarico, non è chiaro", ammette il giornale. (Ansa)

Io chiedo le dimissioni del Papa, perchè queste accuse, se fondate, non sono ammissibili per un Capo spirituale che è portatore di infallibilità, come recita la Dottrina Cattolica.

da Indymedia

Un complotto contro il Vaticano?

La reazione del Vaticano allo scandalo sugli abusi dei preti pedofili è simile a quella adottata da Silvio Berlusconi per affrontare i suoi problemi giudiziari. Consiste nel negare la verità e nel denunciare complotti immaginari. L’articolo di Richard Owen per Internazionale.

Molti in Vaticano e nella chiesa cattolica italiana pensano che ci sia una spiegazione ovvia agli scandali sugli abusi sessuali da parte di esponenti del clero: è tutto un complotto.

Padre Federico Lombardi, portavoce di Benedetto XVI, è stato il primo a parlare di “ignobili attacchi per screditare il Papa”. Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di stato Vaticano, ha detto invece che “qualcuno sta cercando di minare la fiducia nella chiesa”. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), ha detto che la chiesa “non tollererà campagne per screditarla”. Il cardinale José Saraiva Martins, ex prefetto emerito della Congregazione delle cause dei santi, ha denunciato l’esistenza di un “piano ben ideato con un scopo evidente”.

Perfino la stampa italiana laica, a proposito delle rivelazioni sui presunti abusi sessuali su minori, scrive di “attacchi” da parte della stampa tedesca, statunitense e britannica. Ma gli attacchi non esistono. E non esiste un complotto, un piano. Esistono solo dei fatti riportati dai mezzi d’informazione e la rabbia di ragazzi cattolici vittime di abusi molti anni fa, e che oggi chiedono giustizia.

Il complotto immaginario
I giornali non hanno inventato queste storie, le hanno semplicemente riferite. La tendenza a vedere complotti ovunque è profondamente radicata in Italia e nel Vaticano.

Ma per credere che questo scandalo sia il risultato di una congiura, allora bisognerebbe accettare l’idea che una misteriosa organizzazione abbia costretto molti preti ad abusare di tantissimi bambini per decenni e che la stessa mente diabolica sia riuscita poi a convincere importanti figure della chiesa a insabbiare il tutto. Infine, i cospiratori sarebbero riusciti a far credere all’opinione pubblica che era stato lo stesso Benedetto XVI a coprire lo scandalo, sia come arcivescovo di Monaco sia in veste di capo della Congregazione per la dottrina della fede.

La realtà è che migliaia di preti in tutto il mondo hanno usato per decenni il loro potere per abusare di bambini indifesi, in alcuni casi sordomuti, come nel Wisconsin e a Verona. La realtà è che Benedetto XVI, all’epoca cardinale Joseph Ratzinger, consentì a padre Peter Hullerman, noto prete pedofilo, di trasferirsi da Essen a Monaco perché si sottoponesse a terapia senza impedire che fosse riassegnato alla sua diocesi poco tempo dopo.

La realtà è che padre Hullerman è stato condannato nel 1986 per molestie sessuali su minori ma ha continuato fino a poche settimane fa a svolgere l’attività pastorale. E non ci sono dubbi sul fatto che come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede il cardinale Ratzinger decise di non sospendere un prete accusato di abusi su duecento bambini sordi in una scuola della diocesi di Milwaukee.

Uccidere il messaggero
Secondo i sostenitori della teoria del complotto ci sono delle verità che i mezzi d’informazione non dovrebbero pubblicare perché sconvenienti. Silvio Berlusconi e i suoi sostenitori la pensano così. L’anno scorso, quando è stato colpito dagli scandali che hanno portato la moglie Veronica Lario a chiedere il divorzio, Berlusconi ha accusato la stampa italiana e straniera di complottare contro di lui.

Ma nessuno poteva mettere in dubbio il fatto che il premier era stato alla festa di compleanno di Noemi Letizia, aspirante showgirl e modella, e che aveva fornito spiegazioni contraddittorie su come e quando l’avesse conosciuta.

Nessun giornalista lo aveva costretto ad andare a Casoria né ad andare a letto con Patrizia D’Addario, una escort di Bari, la notte della vittoria di Barack Obama, nel novembre del 2008. E nessun giornalista ha costretto Berlusconi a dare a David Mills, suo consulente fiscale in Gran Bretagna, 600mila dollari in cambio di dichiarazioni false in suo favore in un processo per corruzione.

Nemmeno la fervida immaginazione di Dan Brown potrebbe immaginare un complotto dietro lo scandalo dei preti pedofili o gli avvenimenti che hanno coinvolto Berlusconi e che hanno messo in imbarazzo lui e l’Italia.

Il Vaticano e Berlusconi hanno adottato lo stesso meccanismo di difesa: in caso di cattive notizie, uccidi il messaggero. Se i giornali scoprono qualcosa di imbarazzante, accusali di complottare. Questo bizzarro ma comune meccanismo di difesa fu rivelato molto tempo fa da Shakespeare, in Antonio e Cleopatra, in cui un personaggio dice a un messaggero: “Sebbene sia azione onesta, non è mai bello portare cattive notizie”.

Ma uccidere il messaggero non cancella il problema. Come dice il messaggero di Shakespeare nella sua risposta: “Ho fatto il mio dovere”. Anche padre Lombardi ha ammesso che la stampa ha fatto il suo dovere: “La chiesa”, ha detto, “deve fare ammenda”. E ha aggiunto: “L’argomento è di natura tale da attirare di per sé l’attenzione dei mezzi d’informazione, e il modo in cui la chiesa lo affronta è cruciale per la sua credibilità”.

I preti e i politici che si nascondono dietro ridicole teorie del complotto dovrebbero ascoltare le sagge parole di padre Lombardi.

Richard Owen è il corrispondente in Italia del quotidiano britannico The Times. Traduzione di Stefano Valenti

da Internazionale

Delitto Pasolini e il capitolo di "Petrolio" la Procura di Roma sentirà Dell'Utri


Gli inquirenti ascolteranno il senatore dopo le sue dichiarazioni su un manoscritto
destinato a far parte del romanzo-inchiesta e del quale sarebbe venuto in possesso


Una settimana fa la lettera di Veltroni ad Alfano: "Continuiamo a cercare la verità"
e la risposta positiva del Guardasigilli che ha annunciato nuove indagini


ROMA - Un'inchiesta già riaperta da oltre un anno. Alla quale stanno per aggiungersi nuovi elementi. Gli inquirenti della Procura di Roma hanno intenzione di sentire, come testimone, il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri nell'ambito dell'inchiesta sul delitto di Pierpaolo Pasolini, ucciso nella notte fra l'1 e i 2 novembre del 1975 all'idroscalo di Ostia, sul litorale romano.Un passaggio istruttorio che sarà compiuto anche in seguito ad un'istanza presentata dalla famiglia dello scrittore formalizzata dall'avvocato Guido Calvi, che fa riferimento sia a quanto dichiarato dallo stesso Dell'Utri a proposito di un manoscritto scomparso dello scrittore, che ad un'interpellanza parlamentare fatta da Walter Veltroni alla quale ha risposto positivamente il ministro della Giustizia, Angelino Alfano.

Obiettivo degli inquirenti è chiarire la questione sollevata qualche settimana fa dal senatore del Pdl, che aveva detto - l'occasione era stata l'inaugurazione della XXI Mostra del libro antico di Milano - di avere (o di aver letto) un manoscritto scomparso di Pasolini, destinato a costituire un capitolo del romanzo incompiuto Petrolio: 78 pagine in cui si farebbe riferimento ad alcune vicende che riguardano l'Eni, a cominciare dalla morte di Enrico Mattei. Un fascicolo su Pasolini da più di un anno è all'attenzione del pm Francesco Minisci, che lo ha ereditato dalla collega Diana De Martino passata alla Dna: un procedimento nato da un'istanza presentata, come privati cittadini, dall'avvocato Stefano Maccioni e dalla criminologa Simona Ruffini che hanno lavorato sulle carte dell'inchiesta di Pavia sulla morte di Mattei. Maccioni, pochi giorni fa, è tornato dal magistrato per sollecitare ulteriori indagini partendo proprio dall'audizione di Dell'Utri.
Quanto al capitolo mancante di Petrolio, "l'ho letto ma non posso ancora dire nulla - aveva detto qualche settimana fa il senatore - è uno scritto inquietante per l'Eni, parla di temi e problemi dell'azienda, parla di Cefis, di Mattei e si lega alla storia del nostro paese". E nella richiesta di Maccioni e Ruffini si faceva riferimento proprio alla tesi secondo la quale lo scrittore sarebbe venuto a conoscenza dei mandanti dell'omicidio Mattei indicandoli nel proprio romanzo.

Una settimana fa era stato Walter Veltroni a inviare una lettera al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, chiedendo la riapertura del caso. Oggi "la scienza può dirci la verità su quel delitto" ha scritto l'ex sindaco di Roma, anche perché - ricorda - dalla condanna di Pino Pelosi per l'uccisione dello scrittore emergeva con forza "la prova che quella notte, all'Idroscalo, Pelosi non era solo". Secondo Veltroni, l'inchiesta "faceva acqua da tutte le parti": per questo ha chiesto al Guardasigilli di "continuare a cercare la verità". Di lì a breve era arrivata la risposta positiva di Alfano che aveva annunciato nuove indagini sul caso sottolineando che "accertare la verità è sempre non soltanto utile ma necessario ed ancor più lo è quando la verità vale non soltanto ad accertare le responsabilità penali, ma a far chiarezza sul piano storico-politico oltreché su quello giudiziario".

da La Repubblica