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martedì 20 aprile 2010

Gino Strada: 'Il giorno dopo sembra quasi più duro'


di Gino Strada
"Aspettiamo risposte da dentro e fuori l'Afghanistan"

Il giorno dopo sembra quasi più duro. Gli operatori di Emergency sono liberi perché innocenti. Ma l'evidenza non basta, ci sono giornalisti che affermano - eh, perbacco, hanno le fonti! - che la liberazione sia avvenuta per uno scambio politico: fuori i tre possibili terroristi in cambio della chiusura dell'ospedale.
Un accordo, insomma. L'ipotesi, peraltro già smentita dalla Farnesina, dal Governo afgano e da Emergency, è tuttavia affascinante e induce a qualche riflessione.

Se fosse vero che la liberazione sia stato il frutto di uno scambio, ciò non sarebbe altro che una conferma di quel che Emergency ha detto e scritto dopo l'aggressione all'ospedale di Lashkargah, e cioè che qualcuno aveva messo in piedi quella montatura per arrivare alla chiusura dell'ospedale.
Emergency ha denunciato subito e chiaramente che quella sporca operazione tendeva a togliere di mezzo un luogo di scomoda testimonianza.
Nessuno o quasi ci ha creduto, allora.
C'è stato addirittura chi ha buttato fango su Emergencv e sul suo personale. Ora, a liberazione avvenuta, riaffiora la chiusura dell'ospedale come obiettivo della operazione. Un nuovo escamotage per cercare, ancora una volta, di screditare Emergency, e non solo.
E tra chi sarebbe avvenuto l'accordo? Tra i Governi dell'Italia e dell'Afganistan? Escludo che il Governo italiano possa compiere un crimine di questa sorta - perché chiudere un ospedale in una zona di guerra, quando è l'unica opportunità di cura per i feriti - è di per sé un crimine di guerra. Lo escludo e ritengo l'insinuarlo offensivo per il nostro governo.
Ed escludo anche che questa contropartita possa essere stata chiesta dal Governo afgano. Sappiamo che non è così, perché ce lo hanno detto tutti in Afganistan, dalle massime autorità del Paese fino ai responsabili della sanità nella regione di Helmand. Tutti ci hanno detto che il nostro lavoro è fondamentale in quel paese martoriato dalla guerra (alla quale partecipa anche l'Italia...) e si augurano che Emergency riapra presto quell'ospedale.
Lo speriamo anche noi, e stiamo lavorando perché ciò avvenga.
A smontare poi definitivamente l'ipotesi dell'accordo ci ha pensato Amrullah Saleh, il capo della NDS, i servizi segreti afgani. Prima di rilasciarli, Saleh ha chiamato i tre operatori di Emergency e ha detto loro: "Abbiamo valutato le accuse contro di voi, e ci siamo convinti che siete innocenti. Per questo da adesso siete liberi, non per le pressioni di qualcuno".
Liberi perché innocenti. Nessun accordo. Punto.
Tutto a posto, dunque? Quasi. Perché alcune domande restano ancora sospese. Prima fra tutte: chi ha organizzato quella provocazione, visto che le autorità di Kabul, compreso il capo dei servizi di sicurezza, dicono che non ne sapevano nulla.
Chi la ha decisa? Il governatore di Lashkargah? Non sembra una mossa molto popolare, per un governatore, il provocare la chiusura dell'unico ospedale funzionante nella regione che governa.
Chi ha deciso di far annullare il volo della linea aerea Pamir, che la mattina del 10 aprile, quattro ore prima che fosse arrestato, doveva portare Marco Garatti da Lashkargah a Kabul?
E che cosa ci facevano militari inglesi a passeggiare con fucili mitragliatori per l'ospedale di Emergency?
Aspettiamo risposte, da dentro e fuori l'Afganistan.

Gino Strada
da PeaceReporter

«Basta, siamo berlusconiani»


di Sara Menafra - ROMA
La critica del leader: troppe sfide interne. Via alle «Fabbriche» nazionali Rimandato il congresso di Sinistra ecologia libertà. Vendola non sarà segretario

L'affondo è da coltellaccio: «Sapete la verità? Io nelle Fabbriche di Nichi sto meglio che nelle sedi Sinistra ecologia e libertà. Perché Sel è diventata un partito berlusconiano, in cui l'unica logica che vince è quella della competizione». Poi Vendola frena un po', ma solo un po', dicendo che la sua è un'«asprezza».
La sostanza però è questa qua. Sinistra ecologia e libertà va maluccio. Alle elezioni regionali è tornata al 3% solo perché la media nazionale del due è stata tirata su dall'otto preso in Puglia. In nove regioni su tredici, la Federazione della sinistra è avanti e, soprattutto, più passa il tempo più le tensioni interne rischiano di mettere in crisi la casetta, neppure enorme, costruita finora. Ma contemporaneamente, il successo di Vendola c'è. Non solo perché la sfida pugliese è stata vinta, ma pure perché il sasso lanciato nel centrosinistra - quello di una candidatura alle primarie 2013 per lo stesso Vendola - ha smosso tanto i dirigenti del Pd quanto il dibattito a sinistra, al punto che nel sondaggio on line lanciato dall'Espresso il governatore pugliese è di poco sotto Bersani.
La contraddizione è esplosa fatalmente ieri mattina, al Consiglio nazionale di Sel convocato al solito Centro congresso Frentani (già storica sede del Pci, poi diventata centro dei dibattiti della sinistra di ieri e anche di oggi). Da un lato, quelli più convinti che il partito debba essere strutturato il prima possibile, tra i quali il coordinatore della segreteria Claudio Fava, leader di Sinistra democratica: «E' tempo che Sinistra ecologia libertà non sia più una somma di storie ma diventi stabilmente sostanza politica», ha detto aprendo la riunione. Spiegando poi che è vero, le regionali sono andate male, ma l'«intuizione è stata giusta», ora bisogna proseguire.
Dall'altro lato, il pezzo del non ancora partito che già guarda più in là. Tra tutti Nichi Vendola, confortato dall'appoggio esterno di Fausto Bertinotti. Ma pure Luigi Nieri, ex assessore e oggi consigliere regionale nel Lazio: «Bisogna pensare da subito ad aggregazioni più ampie, il piccolo partito della purezza ha poco senso».
Proprio a Roma del resto, è capitato l'ultimo scontro interno che ha convinto il leader a mettere il primo piedi fuori dal partito. Mesi e mesi di discussione per costruire una lista elettorale destinata a prendere due consiglieri. Finché ci si è accordati su un elenco alfabetico con capolista l'anziano fisico Marcello Cini, punito dalle urne con neppure 100 voti. Pensa anche a questo il governatore pugliese quando dice dal palco: «I compagni stiano tranquilli, il partito si farà. Ma se dobbiamo farlo dobbiamo essere più seri. I gruppi regionali non possono sequestrare le scelte dei territori. Anzi, sta a noi segnalare al centrosinistra la crisi che ci troviamo di fronte».
Per l'intanto, la riunione di ieri ha rimandato alla fine di ottobre il congresso già fissato per questa estate. Sarà anticipato da una serie di iniziative in tutta Italia, «I 100 passi verso il congresso», che Vendola non ha neppure citato nelle conclusioni. Ha citato invece, più volte, le Fabbriche di Nichi, progetto decisivo per le elezioni pugliesi che dall'autunno in poi rinasceranno in tutta Italia. E qui c'è l'altra contraddizione. Perché ad ottobre il progetto delle Fabbriche nazionali partirà in parallelo con quello di Sel e che non avrà nessun legame diretto con il partito nascente. «Dovranno avere con noi il rapporto dialettico che un tempo c'era tra i consigli di fabbrica e il sindacato», butta lì dal palco Alfonso Gianni, ex di Rifondazione anche lui. Ma Vendola non è d'accordo neppure su questo. Quel progetto andrà avanti in autonomia, «le Fabbriche non sono nella nostra disponibilità faranno i loro stati generali in totale autonomia». E ha fatto sapere che sì, rimarrà rimarrà in Sinistra ecologia e libertà. Ma al ruolo di segretario non è interessato.

da Il Manifesto

L'esempio di Ghiretti che disse no al nazismo


Enrico Gotti
Rifiutarsi di stare dalla parte di Salò, dell’esercito dei nazi-fascisti, era la scelta più difficile. Eppure furono 700.000 i soldati italiani che dissero no ai tedeschi, dopo l’armistizio dell’8 settembre.
La loro storia fa parte della Resistenza ed è anche la storia di un parmigiano molto conosciuto per il suo impegno amministrativo dopo la Liberazione, Pierino Ghiretti, che fu consigliere comunale, assessore con il sindaco Cesare Gherri.
La sua vicenda da internato militare, così come quella di molti soldati italiani che si rifiutarono di combattere per Salò, è rimasta per molto tempo sconosciuta.
Oggi è un libro che la racconta: si intitola «Non è stata una vacanza all’estero. 1943-1945» e ripercorre i durissimi due anni di prigionia. Il diario è pubblicato a cura della famiglia Ghiretti.
Ieri in municipio, nella sala del consiglio comunale, il figlio Sergio ha spiegato: «Mio papà era il primo di quattro figli di una famiglia modesta. È diventato ferroviere, ma aveva una volontà ferrea per leggere e studiare. Non sapevamo che stava scrivendo le sue memorie, lo abbiamo scoperto tardi, ma due giorni prima che morisse siamo riusciti a fargli vedere le bozze di questo libro, che vede la luce anche grazie alla collaborazione del giornalista Gabriele Balestrazzi».
Pierino Ghiretti arrivò in campo di concentramento a 19 anni. Un episodio gli rimase impresso per sempre: «Un ufficiale tedesco invitava i prigionieri a firmare per combattere per Salò. Un cappellano militare italiano di nascosto diceva: non firmate, ci torneremo con la nostra dignità in Italia. Le SS lo scoprirono e lo ammazzarono - racconta Sergio -. Credo che da lì nasca il rapporto profondo con i credenti di mio padre, anche se non era uomo di fede, da ragazzino era militante del partito comunista. Credo che sia da quelle stesse due anime, socialista e cattolica, che nasca la Costituzione, che sarebbe oggi da guardare con maggiore attenzione».
«Il diario ripercorre tutte le motivazioni della storia degli internati militari - sottolinea Roberto Spocci, direttore dell’archivio storico di Parma -. Queste persone resistono alle lusinghe dei tedeschi, vivono ai limiti della sopravvivenza perché si rifiutano di aderire a Salò. Hanno il coraggio di andare fino in fondo. E sono quelli che non si sono piegati che hanno scritto la Costituzione».
L’iniziativa era promossa dal comitato per le celebrazioni del 25 aprile. Davanti a due classi prime del liceo di Scienze Umane Albertina Sanvitale e del liceo scientifico Ulivi, Giovanni Galli, direttore dell’Istituzione biblioteche del Comune di Parma, ha poi chiesto a Mario Pasquali, della divisione Acqui che si oppose ai nazisti a Cefalonia, e ai partigiani Renato Lori e Walter Cantoni, di raccontare che cosa li portò alla scelta della Resistenza.
«Per me non c’erano alternative, c’era solo un modo: non andare con il fascismo, opporci all’occupazione nazista»: ecco le parole del partigiano Lori.

da Indymedia

Derby di Roma: c'e' poco da gioire.


don Paolo Padrini
Ieri abbiamo assistito ad un derby romano che oltre allo spettacolo calcistico ci ha dato, per l'ennesima volta, uno spettacolo di violenza e di degrado sociale.

Una persona accoltellata e mamma e figlio che hanno rischiato di bruciare in un'automobile fuori dallo stadio.

E quali sono stati i commenti dei giornali?

"Una giornata fantastica rovinata dai soliti delinquenti"..."una festa rovinata"...


Quali le conseguenze? Evidentemente...nessuna. Come si fa a toccare il calcio? Come si fa mettere in discussione una partita con la quale si giocano non solo gli interessi sportivi di uno scudetti, ma anche quelli economici di tutto il mondo che gli gira attorno.

Che dire? Evidentemente io ho la mia opinione, ch non fara' piacare e molti lettori: la partita andava sospesa, oppure - ora che e' finita, andava cancellata dal calendario sportivo, annullandone il risultato.

Una decisione drastica che farebbe davvero comprendere a tuti com il calcio possa davvero essere una bella festa ma solo se chi e' fuori e dentro si diverte, senza, possibilmente, accoltellare nessuno.

http://passineldeserto.blogosfere.it/2010/04/derby-di-...

da Indymedia

"Sia folgorante la fine" presentazione a Napoli


A trent'anni dall'omicidio di Valerio Verbano

Il volume di Carla Verbano
Venerdi' 23 Aprile ore 17:30

A trent'anni dall'omicidio di Valerio Verbano per mano dei fascisti
Presentazione del volume "Sia folgorante la fine" di Carla Verbano

Intervengono :
Marco Geppetti - compagno di Valerio Verbano
Luca Blasi - Horus ovunque Roma
Antonio Musella - Global Porject
Giovanni Pagano - Laboratorio Insurgencia

ANPI Napoli

A seguire proiezione di video e documentari sull'omicidio di Valerio Verbano
Proiezione del video "Via Valerio Verbano Scampia" a cura di Alternative Visuali


Laboratorio Occupato Insurgencia

Via Vecchia San Rocco 18 - Capodimonte / Napoli
08119571561 - insurgencia@email.it
www.insurgencia.info
www.myspace.com/insurgencia