HOME       BLOG    VIDEO    EVENTI    GLI INVISIBILI    MUSICA    LIBRI    POLITICA LOCALE    POST PIU' COMMENTATI

giovedì 22 aprile 2010

25 Aprile Taranto - Mobilitazione generale presso la Rotonda del Lungomare


A 65 anni dalla Liberazione dell'Italia dal nazifascismo, movimenti, associazioni cittadine e studentesche, sindacati, collettivi, partiti e giovanili, lanciano una giornata di mobilitazione per il 25 Aprile, che si terrà presso la Rotonda del lungomare dalle ore 11.00 alle 21.00. Dirsi antifascisti, oggi non è un gesto o un atto retorico di chi non vuole superare steccati ideologici. Essere antifascisti oggi significa affermare con chiarezza e forza l'opposizione radicale ai fascismi striscianti che in Europa e in Italia sono sempre più presenti e che qualcuno ignora o finge di non vedere. Razzismo, omofobia, repressione, censura sono tutti sinonimi della parola fascismo e che compongono le politiche e gli atteggiamenti del Governo Berlusconi. L'antifascismo è un valore delle nostre organizzazioni, un valore non come atto solo di memoria storica, ma una pratica che vive nella quotidianità delle nostre pratiche, partendo dagli atti di resistenza, dai presidi culturali costruiti contro l'ondata sottoculturale che i gruppi neofascisti, attraverso un becero populismo, tentano di portare all'interno dei luoghi della formazione.

Quest'anno la giornata del 25 aprile, deve acquisire un valore centrale nell'azione politica delle nostre Organizzazioni all'interno delle scuole, dell’università, della città. Bisogna andare oltre l’autocelebrazione.

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un graduale ma crescente attacco all'esperienza straordinaria della Resistenza, ed ai valori che essa rappresenta: un'offensiva scagliata su più fronti e su differenti livelli. Un attacco frontale alle azioni partigiane e ai partigiani stessi che hanno liberato il Paese. Sul piano ideale, d'altro canto, assistiamo ad una offensiva frontale verso gli ideali e i valori di cui le donne e gli uomini che presero parte alla Resistenza si fecero portatori, e di cui la Carta Costituzionale rappresenta la sintesi perfetta; ideali di libertà, uguaglianza, giustizia sociale e rispetto dell'altro da sé, che vengono oggi messi in discussione non solo da chi si proclama apertamente fascista, ma anche, in maniera più subdola e strisciante, da personaggi che gravitano in partiti e che governano il paese.



La nostra lotta deve vivere nelle scuole, nelle università e nelle piazza innanzitutto di un lavoro culturale che scardini le logiche della forza, dell’individualismo e del pensiero semplice. Un antifascismo quindi che si batta per la difesa dei valori della Costituzione, della partecipazione, della libertà di espressione contro ogni repressione e violenza.

Rilanciamo questi valori nelle scuole e nella società tutta; scegliamo di reagire con forza e determinazione a chi ripropone oggi l’odio, la violenza e la volontà di sopraffazione sconfitti 65 anni fa. La Resistenza oggi la si difende rifacendola, difendendo e lottando per conquistare la cosa per cui si sono battuti i partigiani: la dignità. Lo si fa in piazza e per strada, nei luoghi della formazione e nelle città, cercando di rimettere le nostre vele sulla rotta dei venti della Storia.

Sindacato Studentesco LINK Taranto
Uds Unione degli Studenti Taranto
Cloro Rosso CSOA
Palestra Popolare Mustakì Taranto
Coperativa Owen
Radio Popolare Salento
ANPI
Arci
Libera
Simbiosi Moderne
Sud in Movimento
Sinistra Critica
Sinistra Ecologia Libertà
Partito dei Comunisti Italiani
Rifondazione Comunista
Giovani Democratici Taranto

da GrandeSalento.org

Global Forum 2001 “Poliziotti fecero vero e proprio rastrellamento”


Il giudice: «Global forum, i poliziotti fecero vero e proprio rastrellamento».
Rese note le motivazioni della sentenza di condanna dei dieci agenti per i fatti di Napoli del marzo 2001. «Nessuna disposizione normativa poteva giustificare l’arresto dei giovani trattenuti all’interno della ‘sala benessere’ della caserma Virgilio al fine di essere identificati e, prima ancora, oggetto di quello che può essere agevolmente definito come un vero e proprio rastrellamento».
Lo scrive il giudice Clara Donzelli nelle motivazioni della sentenza con cui, lo scorso 22 gennaio, dieci poliziotti furono condannati per i fatti avvenuti all’interno della caserma “Raniero Virgilio” dopo gli scontri per il Global Forum del marzo 2001.

Il fascista Roberto Fiore provocatore a Bordighera il 24 aprile

Forza Nuova, unitamente alla neonata segreteria provinciale imperiese, comunica che sabato 24 aprile 2010, il Segretario regionale del Movimento, Onorevole Roberto Fiore, incontrerà la stampa e la cittadinanza, in Corso Italia presso il ristorante Buga Buga a Bordighera.

"La visita dell’On. Fiore nel ponente ligure - si legge nella nota - anticipa di poche settimane l’apertura di una sede nella città di Bordighera e dimostra come il Movimento in Liguria stia crescendo in maniera esponenziale essendo ormai presente in tutte e quattro le provincie liguri".

Approfondimento:
Roberto Fiore. Politico da votare o Killer miliardario da mandare in galera?

La presenza, a Londra, di numerosi killer di estrema destra evidenzia uno scandalo e cioè che i criminali d’area neofascista abbiano trovato un rifugio sicuro in Inghilterra da circa 40 anni.
L’estrema destra ha da molto tempo contatti Oltremanica. Nel 1960 il terrorista francese (ma nato e vissuto in Algeria) George Parisy fu catturato in un albergo di Londra insieme ad un dirigente del movimento neofascista inglese Union Movement. Parisy era uno dei sicari dell’OAS (l’organizzazione terroristica francese che voleva impedire l’indipendenza dell’Algeria) e aveva partecipato ai complotti per uccidere il presidente francese De Gaulle. Dopo la cattura, fu espulso.
James Earl Ray, incarcerato per l’omicidio di Martin Luther King (uno dei padri del movimento per i diritti civili dei neri degli Stati Uniti), venne a Londra per cercare rifugio grazie ai suoi contatti con l’estrema destra britannica (e alcuni dei suoi "collegamenti" sono ancora attivi nella galassia neofascista).

Ma il caso più clamoroso riguarda gli italiani.

Sandro Saccucci, militare e deputato per il MSI, scappò in Inghilterra nel 1970 (era accusato di omicidio) e trovò protezione fra alcuni conservatori inglesi appartenenti al circolo di destra denominato Monday Club. Quando il Parlamento italiano gli tolse l’immunità, la Gran Bretagna costrinse Saccucci ad abbandonare l’isola. Le sue tracce si perdono in Spagna.
Dal 1981 Roberto Fiore e Massimo Morsello (oltre ad altri attivisti dei NAR - Nuclei armati rivoluzionari) hanno trovato rifugio a Londra e fra i latitanti troviamo anche Luciano Petrone, accusato dell’omicidio di 2 poliziotti a Roma e di una rapina in una banca spagnola (bottino stimato: 30 miliardi).
E non basta. Vediamo a Londra anche Andrea Ghira (condannato all’ergastolo per stupro e omicidio in quella vicenda nota come delitto del Circeo): ora ha 46 anni, si fa chiamare Mirko Elise o Sergio Barzanelli e secondo la polizia cambia continuamente la sua identità.
Vive a Londra Antonio D’Inzillo (con un lungo pedigree nell’estrema destra), coinvolto nella morte di una donna nei pressi di Roma. Sul suo capo pende un mandato di cattura internazionale.
Vittorio Spadavecchia è ricercato in Italia per l’omicidio di un poliziotto e per una rapina in banca: in Inghilterra è diventato miliardario. Secondo le fonti Interpol, dei 19 attivisti dei NAR fuggiti in Inghilterra nel 1981/82, 17 vivono permanentemente in Inghilterra.
Collegati a Forza Nuova abbiamo, infine, i camerati norvegesi Johnny Olsen, Daniel De Linde e Terje Sjolie.
E tutti quanti hanno potuto vivere qui indisturbati, magari avendo anche il tempo di diventare miliardari.

Un fior Fiore di affari

Sembra inarrestabile la foga imprenditoriale di Roberto Fiore e Massimo Morsello. Agli inizi dello scorso anno acquistarono alcune vecchie case in Spagna per fondare una comunità politica. Le 12.000 sterline (circa 40 milioni) necessarie per Los Pedriches (questo il nome della località) venivano da un conto della Barclays Bank intestato, fra l’altro, ad istituzioni caritatevoli.
Per il momento solo uno degli edifici è stato completato e i rapporti con la municipalità (a guida socialista) sono tutt’altro che buoni. E nonostante gli arrivi di un paio di inglesi, l’esperienza non sembra destinata a decollare.
Fiore è stato in Spagna anche per celebrare l’anniversario della morte del dittatore spagnolo Francisco Franco e in quell’occasione ha parlato davanti ad una platea che, a parere degli organizzatori, comprendeva medici, avvocati e membri delle forze armate.
Ma il leader di Forza Nuova non si è limitato a seguire convegni politici. Ha fondato, col nome di "Agenzia per la gioventù europea", una struttura simile alle sue società inglesi (Easy London e Meeting Point).
Quando i giornali inglesi hanno cominciato ad occuparsi del suo giro d’affari miliardario, lui ha reagito con lettere alla Chiesa cattolica e alla comunità italiana, nelle quali lamentava la cattiva stampa nei suoi confronti e sottolineava le sue opere di carità.
Ma l’interesse inglese nei suoi confronti non è finito. La Charity Commissioners ha congelato i conti di due istituzioni benefiche fondate da Fiore e ha annunciato ulteriori indagini. Secondo la legge inglese, quel tipo di istituzioni non devono occuparsi di politica, ma secondo un volantino distribuito dagli ambienti neofascisti a Londra, nel quartier generale di Fiore - quello che ospita le Fondazioni - si tengono incontri organizzati da Forza Nuova.
Accanto all’attività politica esiste, per Roberto Fiore, la permanente attenzione verso gli affari. Uno dei suoi progetti è quello, per esempio, di ottenere biglietti scontati dalle compagnie aeree per le migliaia di giovani che si muovono in Europa grazie alle sue imprese commerciali; per alcuni osservatori, anzi, la sua Easy London è forse la più grande organizzazione europea in quel particolare segmento economico.
Un nuovo settore è quello agricolo: piccole aziende vengono comprate e trasformate in comunità rurali nelle quali affari e ideologia devono andare a braccetto. Questo progetto è una realtà in Italia, Inghilterra, Spagna e Polonia.
Qualche parola, infine sul socio di Fiore, Massimo Morsello. Ha cercato di costruire un piccolo impero musicale, ma ora è malato (ufficialmente è affetto da un tumore) e si parla già della ricerca di un successore. Un nome possibile è quello di Maurizio Catena, e il ruolo che Morsello ricopriva nelle imprese di Fiore dovrebbe essere ricoperto da Davide Olla, di Bologna, e Luca Mengacci. Quest’ultimo pare già attivo nei collegamenti fra l’Italia e la Germania e lo si vede con una certa regolarità anche a Londra.

da Imdymedia

I TRE OPERATORI DI EMERGENCY LIBERI



Ecco il video dell'arrivo nella sede di Emergency a Kabul dei tre operatori Marco Garatti, Matteo Dall'Aira, Matteo Pagani.

APRES LA CLASSE - SIMU LI PACCI



APRES LA CLASSE - SIMU LI PACCI

Occhi sbarrati e persi nell'ombra di una cura che mura ogni paura la cura
Ma questa è storia vera da tutti sconosciuta di prigionieri chiusi nelle loro malattie
Tra psicokoctel e calmanti da stendere elefanti e intanto in tanti sono a perire
Eppur nessuno a orecchie per sentire che dire

Parlo di disperati chiusi a ntra (dentro) le psichiatrie
In celle senza sbarre si da dove non si può uscire
Sul filo di un rasoio tra il vero e la follia
Nella speranza viva che finisca l'agonia
Di cadere dentro a un burrone che sembra senza fine
Paura ancora di cadere ormai stanco di sentirmi dire
Di cadere dentro a un burrone che sembra senza fine
Paura ancora di cadere ormai stanco di sentirmi dire

SIMU LI PACCI QUISTU DICITI VUI
MA SIMU CHIU NORMALI TE TUTTI QUANTI VUI
SIMU LI PACCI MA QUIDDRHI TE LEGARE
SE NU NI CAPITI E PERCHE' NU NE SAPITI AMARE

E inutile somministrare psicofarmaci che mi dai
Perché mi vuoi tranquillo e calmo pe li cazzi toi
Mi guardi e mi sorridi ma son ben altri li pensieri toi
La paga di questo mese e lizette(ricette) che mi dai da firmare
Ogni volta che ti vengo trovare sento dirmi no non ti preoccupare
Ancora un farmaco si ma da provare

Perciò caro dottore no non puoi avvelenare
Chi a volte le emozioni non riesce a controllare
Prima
ci distruggete psicologicamente
E poco dopo ci classificate malamente
E tutti quelli che sono stati vicino alla follia
Rinchiusi come cani in quell'infame psichiatria
No non ti abbandonare no non ti rassegnare
Noi tutti siamo stanchi di sentirci ancora dire ka

SIMU LI PACCI QUISTU DICITI VUI
MA SIMU CHIU NORMALI TE TUTTI QUANTI VUI
SIMU LI PACCI MA QUIDDRHI TE LEGARE
SE NU NI CAPITI E PERCHE' NU NE SAPITI AMARE

T S O sono tre lettere sconosciute ma non per chì le abbia già vissute
Farmaci spacciati da dottori comsensienti
Sedotti dalle ditte che distruggono le menti

Tu non pensare tu non devi pensare
Mi è stato detto come se fossi un vegetale
No non pensare perché non posso pensare
Eppure sono un uomo non lo devi dimenticare

Nome e cognome tengu nome e cognome scrittu
Per ogni abbuso e per ogni dolore
Nome e cognome tengu nome e cognome
Per ogni infermiere e per ogni dottore
Nome e cognome tengu nome e cognome
Ti chiedo solo aiuto
Ma tu riesci acapire'

SIMU LI PACCI QUISTU DICITI VUI
MA SIMU CHIU NORMALI TE TUTTI QUANTI VUI
SIMU LI PACCI MA QUIDDRHI TE LEGARE
SE NU NI CAPITI E PERCHE' NU NE SAPITI AMARE

'SIAMO I PAZZI QUESTO CI DITE VOI
MA SIAMO PIU' NORMALI DI TUTTI QUANTI VOI
NOI SIAMO I PAZZI MA QUELLI DA LEGARE SE NON CI CAPITE E PERCHE' NON CI SAPETE AMARE


L'Europa denuncia l'inferno Aversa


Condizioni di detenzione inumane, pazienti seminudi, legati per giorni a un letto di contenzione, abbandonati nei corridoi, carenza di assistenza sanitaria. Non è la descrizione di un carcere di un paese al di là dell'Europa, ma è la sintesi del rapporto del Comitato per la prevenzione della tortura (Cpt) del Consiglio di Europa sulla visita nell'Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, rapporto reso pubblico ieri a Strasburgo. Nell'Opg, meglio noto come manicomio criminale, sono internati i sofferenti psichici autori di reato e sottoposti ad una misura di sicurezza prorogabile. Una situazione, quella di Aversa, che, definita «incredibile» dagli stessi componenti è indicata come la più grave nel documento appena pubblicato. Il Comitato, figlio della Convenzione europea dei diritti dell'Uomo e della Convenzione per la prevenzione della tortura è un organismo indipendente del Consiglio di Europa che esamina, per mezzo di sopralluoghi nelle carceri, il trattamento delle persone private di libertà. I rapporti sono resi pubblici con il consenso degli Stati oggetto della visita. In questo caso il rapporto tra origine dalle visite effettuate dal Comitato nel settembre 2008 e contiene una serie di critiche e considerazioni che, pur nelle pieghe inevitabili della diplomazia istituzionale, disegnano un scenario di inumanità.
In primo luogo le coercizioni, la pratica di legare al letto, nudi, per settimane, i pazienti in crisi. I componenti del Comitato hanno assistito direttamente a questa scena, osservando al momento della visita tre casi di persone legate al letto di contenzione, in condizioni igieniche improbabili, in assenza di procedure di monitoraggio e controllo. Non solo, a impressionare i componenti del Comitato la durata sproporzionata di queste contenzioni, a volte per decine di giorni, con finalità evidentemente non proprio terapeutiche. Una situazione tristemente nota (negli anni '70 partì proprio da episodi del genere un'inchiesta su violenze e maltrattamenti che portò allora alla condanna della direzione dell'epoca), ma che molti attribuivano ad un retaggio del passato. Ma in realtà come testimoniato dalle stesse inchieste de il manifesto e dagli atti parlamentari, la pratica della coercizione è stata una realtà del presente. Rispondendo, nel 2007, ad una interrogazione parlamentare di Francesco Caruso, l'allora ministro della giustizia Mastella rese «ufficiale» il caso di Marco Orsini, costretto al letto di coercizione per 12 giorni di seguito. Oggi a fronte delle nuove critiche, l'attuale direttore sanitario Adolfo Ferraro, per oltre dieci anni direttore dell'Opg, spiega che i letti di contenzione «non ci sono più dal gennaio 2009» ma che «c'è sicuramente un problema di sovraffollamento con 300 internati a fronte di una capienza che non dovrebbe superare le 160 unità».
Anche il governo italiano, nella sua risposta al Cpt, prova a ridimensionare le critiche e dichiara che c'è un processo di riforma in atto. Ed è vero che, a partire dall'aprile del 2008, con il passaggio della sanità penitenziaria al sistema sanitario nazionale, ultima (e unica) riforma del governo Prodi, un processo di trasformazione reale doveva attraversare gli Opg. Invece, al momento le condizioni di detenzione sono ancora come quelle trovate dal Comitato. Se nel febbraio del 2008, prima della riforma, Francesco Caruso arrivava ad auto-recludersi nell'Opg per protesta contro le condizioni detentive, anche dopo le cose non sono migliorate. A giugno scorso, Giusto Catania, europarlamentare, al termine di una visita ispettiva, commentava «sono davvero scosso e preoccupato per quello che ho visto e posso assicurare che ho una lunga esperienza di visite in strutture detentive. Ho visto gli internati in celle sporche, umide e spoglie, in quattro o cinque per stanza, vestiti di abiti laceri e consunti. La maggior parte di loro trascorre il tempo stesa a letto, anche in pieno giorno, in letti e materassi sporchi e consumati dal tempo. L´unico svago è fumare. Le loro condizioni di salute e di igiene appaiono precarie e diversi di loro presentano anche segni di evidenti dermatiti. Sono scene che richiamano alla mente i manicomi chiusi con la legge Basaglia». Parole analoghe a quelle del rapporto, che trovano conferma di attualità anche nelle testimonianze più recenti degli internati e, tristemente, nei fatti. Ancora la scorsa estate si registravano nell'Opg casi di tubercolosi, mentre nemmeno quattro mesi fa, un internato moriva soffocato dal proprio rigurgito di cibo. A dispetto di chi pensa che questa inumanità appartenga solo al passato.

da Il Manifesto

Intervento Nichi Vendola 17/4/2010 Com. Naz. SeL

Watch live streaming video from selfirenze at livestream.com