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mercoledì 2 giugno 2010

NARDO' - SI SVEGLIA LA CITTA' CON LA COSTITUZIONE

Il circolo Sinistra Ecologia e Libertà di Nardò ricorda alla cittadinanza quanto sia importante e intoccabile la COSTITUZIONE ITALIANA.



SULLE SCALINATE DEL COMUNE: ART. 21 - TUTTI HANNO DIRITTO A MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO



AL CENTRO DELLA NOSTRA BELLA PIAZZA: ART.7 - LO STATO E LA CHIESA SONO INDIPENDENTI E SOVRANI



SULLA VETRATA DI UNA BANCA: ART. 1 - L'ITALIA E' UNA REPUBBLICA FONDATA SUL LAVORO



SUL CANCELLO DI UNA SCUOLA: ART. 33 - L'ARTE E LA SCIENZA SONO LIBERE E LIBERO NE E' IL LORO INSEGNAMENTO



SULLA RECINSIONE DEL TRIBUNALE: ART. 3 - TUTTI I CITTADINI HANNO PARI DIGNITA' E SONO UGUALI DAVANTI ALLA LEGGE



SULLA STATUA COMMEMORATIVA DEI CADUTI DI GUERRA: ART. 11 - L'ITALIA RIPUDIA LA GUERRA



SUL MURO DELLE POSTE ITALIANE: ART. 53 - TUTTI SONO TENUTI A CONCORRERE NELLE SPESE PUBBLICHE



SULLA STATUA COMMEMORATIVA DEI CADUTI SUL LAVORO: ART. 2 - LA REPUBBLICA RICONOSCE E GARANTISCE I DIRITTI INVIOLABILI DELL'UOMO



ALL'INGRESSO DEL PARCO REGIONALE DI PORTO SELVAGGIO: ART. 9 - LA REPUBBLICA TUTELA IL PAESAGGIO E IL PATRIMONIO STORICO E ARTISTICO DELLA NAZIONE

Liberi, ma non tutti


Tornano a casa 450 attivisti della Freedom Flotilla, italiani compresi, ma alcuni restano in carcere

''La Rachel Corrie, cargo da 1200 tonnellate allestito dalla associazione internazionale Free Gaza Movement, partito dall'Irlanda è in navigazione nel Mediterraneo. Si sta dirigendo verso un porto per imbarcare giornalisti e personalità di spicco - non più di 15 persone - Non si esclude che tra di esse vi potranno essere alcuni italiani. Quindi proseguirà alla volta del porto di Gaza City.

La decisione è stata presa in primo luogo dal comandante e dall'equipaggio del cargo che, pure a conoscenza di quanto accaduto all'alba del 31 maggio a 75 miglia dalla costa palestinese, sono fortemente determinati a portare a termine la missione che si sono assunti di portare aiuti e solidarietà alla popolazione di Gaza, per sostenere il suo diritto alla libertà, e di affermare il rispetto delle norme del diritto internazionale cui anche Israele deve sottostare''.

Questo il testo di una nota diffusa questa mattina da Nino Lisi, della Rete Romana di solidarietà con il Popolo Palestinese, che in questi giorni confusi sta tirando le fila dell'iniziativa in Italia.
Adesso bisogna aspettare per vedere se e come la marina militare israeliana reagirà. Secondo la stampa in Israele, che cita fonti del ministero della Difesa, la reazione potrebbe essere addirittura più violenta dell'assalto costato la vita ad almeno nove persone. In realtà, considerato il gelo internazionale verso lo Stato Ebraico e la rabbia della Turchia è difficile immaginare un altro massacro, ma allo stesso tempo è impossibile che il cargo, con un'altra imbarcazione, venga fatto arrivare nella Striscia di Gaza.

Un comunicato del free Gaza Movement, sempre oggi, chiarisce la dinamica del rilascio degli attivisti. Secondo l'organizzazione, non sono stati rilasciati tutti come chiesto dall'Onu e dalla Nato.
''Almeno quattro Palestininesi/Israeliani non sono liberi. Si tratta di un membro direttivo del Free Gaza Movement , Lubna Masarwa, dello sceicco Raed Salah, leader del sezione nord dell'Islamic Movement in Israel, Mohammed Zeidan, direttore dell' International Advocacy Programme per l ' Arab Association for Human Rights e di Hamed abu Dabis, su cui gravano serie accuse di reati criminali per aver partecipato ad un viaggio pacifico per interrompere l'assedio di Gaza - continua il comunicato - Dopo una intera giornata di udienza in aula, rappresentati da avvocati eccellenti di Adalah, l'udienza è stata aggiornata all'8 giugno, rendendo evidente quanto sia seria la situazione per questi attivisti per i diritti umani.L'incarcerazione illegale è solo un altro esempio della politica brutale di Israele. Primo, hanno abbordato la nostra nave, mentre viaggiava in acque internazionali e carica di materiale per Gaza. Hanno ucciso almeno nove dei nostri passeggeri, altre decine sono stati feriti, hanno dirottato le nostre barche dirigendole forzatamente nel porto di Ashdod. Hanno sbattuto oltre 600 passeggeri in prigione. Nessuno di questi passeggeri aveva intenzione di andare in Israele ma sono stati trasportati a forza e poi deportati. Ora detengono quattro famosi attivisti per i diritti umani, leader politici e religiosi per aver espresso solidarietà ai loro fratelli e sorelle di Gaza''.

Sono stati rilasciati con certezza almeno 450 attivisti, tra i quali il gruppo degli italiani. Si tratta di sei persone. Giuseppe Fallisi, detto Joe, cantante milanese 50enne da anni impegnato nella lotta a sostegno dei palestinesi. Nei mesi scorsi, al Cairo, aveva iniziato uno sciopero della fame per protestare contro il governo egiziano che impediva a un gruppo di attivisti il passaggio verso Gaza per portare aiuti umanitari. Angela Lano, 47 anni, giornalista e saggista specializzata nel mondo arabo e islamico. Ha collaborato con numerose testate in Italia, prima di dirigere l'agenzia Infopal. Manolo Luppichini, 47 anni, documentarista free lance di Roma. Ha collaborato a lungo con Riccardo Iacona per la trasmissione Presa Diretta e non solo.
Manuel Zani, 30 anni, foto-videoreporter di Longiano, che documentava le iniziative delle ong che sostiene anche come attivista. Gli ultimi due sono Marcello Faracci, in possesso di doppio passaporto italo-tedesco, motivo per il quale non era considerato nella prima lista. Stessa sorte per Muhim Qaqer, italo-palestinese. Secondo l'Unità di Crisi della Farnesina dovrebbero essere trasportati in Turchia e poi in Italia. Per la Rete Romana di Solidarietà nessuno di loro ha firmato l'ammissione di 'colpa' chiesta dalle autorità israeliane. Un portavoce del premier israeliano Netanyhau ha fatto sapere che gli altri attivisti saranno rilasciati entro domani.

di Christian Elia da PeaceReporter

Un ergastolano commenta il libro "LOTTA CIVILE" di Antonella Mascali

Durante il “corso di lettura” con la psicologa del carcere abbiamo letto il libro di Antonella Mascali, a cui invio queste riflessioni.

Credo che il perdono ti faccia amare il mondo e che la vendetta te lo faccia odiare.
Giustizia dovrebbe significare verità e non vendetta.

Mi potrei fare i fatti miei, ma sono un ergastolano, un uomo “libero” che non ha più nulla da perdere e quindi mi posso permettere di dire quello che penso.
Premetto che condanno la mafia, sia quella che spara, sia quella politica, giudiziaria, religiosa, finanziaria, mediatica e lobbistica che comanda e che in carcere non ci va mai.
Premetto che va tutta la mia sincera solidarietà a tutte le vittime innocenti della mafia.


Detto questo, ho trovato questo libro molto omertoso perché non dice che il più grande mafioso dei mafiosi è lo Stato Italiano;
che la mafia esisterà fin quando lo Stato la farà esistere perché gli è utile;
che lo Stato conosce bene la mafia, la comprende e la usa;
che molti assassini di vittime innocenti sono fuori perché collaboratori di giustizia;
che moltissimi di loro hanno ammazzato più da collaboratori di giustizia che da mafiosi;
che in carcere ci sono solo gli esecutori, i mandanti politici e i notabili sono tutti ai loro posti e molti di loro sono passati all’antimafia;
che non è logico e razionale pensare che la mafia sia solo quella contadina quasi analfabeta che si trova in carcere sottoposta al regime di tortura del 41bis da tanti anni;
che il Sud è sempre stato un serbatoio di voti di chi governa perché chi vince le elezioni in Sicilia governa l’Italia, per questo l’ex partito comunista non è mai andato al potere;
che molti ergastolani sono pure loro vittime della mafia;
che molte persone normali per sopravvivere sono stati costrette a diventare mafiosi; che molti mafiosi non hanno mai ammazzato degli innocenti ma si sono spesso ammazzati tra di loro;
che molti mafiosi sono nati mafiosi a causa di uno Stato mafioso, assente, fuori legge, perché la legalità prima di pretenderla va donata.

Antonella, molti fanno finta di non sapere una verità vera: i mafiosi sono spesso usati dai poteri forti.
Antonella, voglio farti una domanda semplice: secondo te chi è più mafioso, chi accetta la sua pena, giusta o sbagliata che sia, o chi usa la giustizia per uscire dal carcere diventando collaboratore?
Antonella, la pena non va evitata, ma va espiata, per fargli svolgere la sua funzione rieducativa.
Ma non credo che sia giusto punire i detenuti che accettano di espiare la loro condanna con il carcere a vita senza nessun beneficio fino alla morte, quando molti di questi sono stati arrestati a diciotto, diciannove, vent’ anni.

Antonella, non mi dire che anche tu non conosci l’ergastolo ostativo?
Se lo vuoi conoscere leggi su www.informacarcere.it e su www.urladalsilenzio.wordpress.com e scoprirai “La pena di morte viva”, una pena che non avrà mai fine, se al tuo posto in cella non ci metti un altro.
Antonella, apri gli occhi, la mafia e lo Stato sono spesso la stessa cosa, le persone per bene sono diverse, ma sono influenzate dai mass media quando pensano che è tutta colpa di un pugno di uomini murati vivi dal 1992.
Il nemico è tra voi che vi usa e ci usa.

Carmelo Musumeci
Giugno 2010