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martedì 24 agosto 2010

Il gran rifiuto di don Gallo "Mai più libri con la Mondadori"


di MICHELA BOMPANI
Evasione fiscale e legge "ad aziendam": il prete di strada che ha pubblicato con la casa di Segrate "Angelicamente anarchico" e "Così in terra come in cielo" è il primo autore che se ne va

"Non pubblicherò più libri con Mondadori, dopo questa storia del romanzaccio di Segrate io zitto non ci sto". Don Andrea Gallo è un autore Mondadori e mette la parola fine al suo rapporto con la casa editrice dopo l'inchiesta del vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini pubblicata tre giorni fa e la "tempesta del dubbio" di un autore Mondadori, il teologo Vito Mancuso, che in una lettera aperta al quotidiano ha sollevato la questione se sia eticamente corretto continuare a pubblicare il proprio lavoro con un'azienda che ha pagato 8,6 milioni di euro al fisco, in vent'anni, anziché 350 milioni. E poi tutto sia stato sanato da una legge "ad aziendam".

Tra tutti gli autori Mondadori in ambasce, don Andrea però è il primo che consuma lo strappo. "Ciò che è grave sono le leggi ad personam del governo, allora dovrei dimettermi dall'Italia - riflette sulla polemica la psicoterapeuta e scrittrice, Gianna Schelotto - Mondadori è un'azienda con cui lavoro benissimo, ha altissime professionalità e non ha mai toccato una virgola nei miei libri". "Da Mondadori me ne sono andato un anno fa - spiega Dario Vergassola, comico e autore spezzino - non mi trovavo bene; nessuna pressione, ma nei miei confronti c'era indifferenza".

Don Gallo invece sabato ha pagato 92 euro, la bolletta di un pensionato genovese cui avevano tagliato la luce perché non riusciva a saldarla, e non può stare zitto, dice, davanti a un'evasione di 350 milioni. "Sono un autore piccolissimo, minuscolo, ho compagni enormi, da Zagrebelski a Scalfari, da Saviano a Citati, ma qualcuno deve pur dire no a un certo punto, e questa vicenda: è un romanzaccio che spinge un mini-autore come me a non poter proseguire ancora con Mondadori", dice don Gallo.

Il prete di strada ci tiene a precisare, però: "L'azienda di Segrate è un monumento dell'editoria italiana e, lì dentro, ho incontrato professionalità eccellenti. Però non posso fare finta di niente davanti a una legge "ad aziendam" che ha messo a posto un'evasione fiscale enorme. Vero che ci sono state due sentenze favorevoli, ma al terzo grado non ci si è arrivati: è invece arrivata l'ennesima legge ad personam".

Per Mondadori don Gallo ha pubblicato due titoli, "Angelicamente anarchico" nel 2004 e, a febbraio 2010, "Così in terra come in cielo": "È successa una cosa che mi ha incuriosito, in occasione delle presentazioni pubbliche dell'ultimo libro - svela don Andrea - la Mondadori, sia a Milano, sia a Genova, dove esistono librerie dell'azienda, mi ha organizzato gli incontri da Feltrinelli". Ricorda la telefonata furiosa del suo amico Beppe Grillo, appena pubblicò "Angelicamente anarchico" per Mondadori: "Prete maledetto non dovevi farlo" - ride il fondatore della Comunità di San Benedetto - ma mi avevano cercato loro, io non mi ero posto il problema, avevo incontrato persone molto competenti, e poi mi interessava soltanto che tutto ciò che il libro guadagnava, così come tutti quelli che ho scritto, andasse sul conto della Comunità e finanziasse il suo lavoro. Quando è uscito "Così in terra come in cielo" Grillo mi ha nuovamente telefonato ("Finalmente pubblichi con Feltrinelli" mi ha detto). Io gli ho risposto di no, ma anche lui era caduto nel giochetto, perché il volume veniva presentato al pubblico nella libreria di via Ceccardi".

Don Gallo guarda indietro e punta il dito: "Abbiamo tutti preso un grosso granchio: abbiamo sottovalutato chi sapeva e aveva capito tutto, per tempo, Indro Montanelli". "Perché davanti all'inchiesta di Giannini le istituzioni, le forze politiche non parlano? C'è un silenzio assordante in questa crisi di sistema".

Gianna Schelotto si allinea con la maggior parte di grandi autori che non vogliono rompere un rapporto di altissimo profilo con le eccellenze che lavorano in Mondadori: "Ho cominciato con la casa editrice negli anni Settanta e Berlusconi non c'era ancora - dice la psicoterapeuta genovese - Spero di continuare finché Berlusconi, come proprietario, non ci sarà più".

da GlobalProject

FRANCESCO KOSSIGA