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mercoledì 23 marzo 2011

Ministero di giustizia e di morte

di Carmelo Musumeci
“ Si è sempre responsabili di quello che non si è saputo evitare” ( Jean Paul Sartre )

Il Ministro di giustizia e di morte è impegnato a difendere il Presidente del Consiglio e a urlare che ha firmato nuovi decreti di sottoposizione al regime di tortura del 41 bis, ma mai che in questi provvedimenti ci sia un politico, un corruttore, un notabile, un colletto bianco mafioso.
In carcere si continua a morire e tutto tace.
Pescara: detenuto di 35 anni si impicca in cella, è il 33esimo morto “di carcere” dall’inizio dell’anno (Il Messaggero, 21 marzo 2011).
Nell’anno 2010 si sono tolti la vita in Italia 66 detenuti.
Perché in Italia, sono molti i detenuti che si tolgono la vita?
Credo perché il prigioniero in Italia sta tutto il giorno attorno al nulla sdraiato in una branda, se è fortunato ad averne una tutta per se, a guardare un mondo che non vede e non sente. Probabilmente perché da noi il carcere ha solo una funzione: quella punitiva, diseducativa e criminogena.
Non ci si può opporre al male con altro male, con altra violenza.
Il carcere, così com’è oggi, non solo ci punisce, ma ci fa soffrire, ci odia, ci isola, ci istiga e spesso ci convince a ucciderci.
E i più deboli, o i più forti, a seconda dei punti di vista, scelgono di fuggire, di andarsene da questo mondo d’illegalità istituzionale.
Il carcere così com’è, quando va bene, ti convince a ucciderti e quando invece va male distrugge i corpi e le menti, perché sempre e solo galera invece di risolvere i problemi li peggiora. Non solo quelli dei detenuti, ma anche quelli della società.
In carcere in Italia non c’è solo il rischio che ti venga voglia di ucciderti, ma se non lo fai hai buone probabilità di diventare più criminale e più cattivo di quando sei entrato.
Purtroppo l’uomo in gabbia o diventa violento o si lascia morire.
E chi non ha il coraggio di farlo, come me, sente spesso il desiderio di farlo.
Voglio ricordare ai funzionari del Ministero di giustizia e di morte che molti detenuti scelgono di morire perché non hanno scelta.
Loro invece la scelta per fare smettere queste morti l’avrebbero: umanizzare i carceri e renderli luoghi di legalità e di diritto istituzionale.
In questo modo molti detenuti preferirebbero vivere che morire.

Carmelo Musumeci
Carcere Spoleto
Marzo 2011